915 CONDIVISIONI

Cinque fatti a proposito dell’Epifania che credete veri

La festa che ricorda la visita dei Magi a Gesù tra racconto evangelico e tentativi di spiegare astronomicamente il fenomeno della “Stella Cometa”.
A cura di Nadia Vitali
915 CONDIVISIONI
Immagine

I tre Re Magi giunsero a Betlemme seguendo la Stella Cometa per portare i loro doni al Messia appena venuto al mondo in una stalla: questa affermazione, è ricca di piccoli errori che non trovano alcun riscontro nel passo del vangelo che narra della nascita del Cristo. Vediamo insieme quali sono e, soprattutto, se l’astronomia è in grado di spiegare scientificamente il fenomeno della Stella di Betlemme.

La Stella non è una Cometa, la Cometa non è una Stella

Cominciamo con il chiarire un fondamentale passaggio che a molti potrà apparire scontato ma, tutto sommato, non lo è poi tanto, se analizziamo anche semplicemente il nostro linguaggio ricorrente. Abbiamo imparato che i Magi giunsero a Betlemme, per recare omaggi al piccolo Gesù da poco venuto al mondo, seguendo la coda di una Stella Cometa: ecco, nell’universo non esiste un corpo celeste del genere. O si tratta di Stella o di Cometa: la prima è di grandi dimensioni ed è posta a distanze enormi dal Sistema Solare e ci appare ferma e immobile, come un punto più o meno luminoso; la seconda, invece, è più piccola, la vediamo allorché passa nel nostro Sistema Solare e ci appare mobile, non puntiforme, ma caratterizzata spesso da una “coda”. D’accordo, lo sappiamo un po’ tutti eppure fateci caso: continuate a chiamarla Stella Cometa anche se conoscete benissimo la differenza tra un oggetto e l’altro.

Forse più Stella che Cometa?

Contrariamente a quanto si crede, non tutti i vangeli fanno menzione di questo fenomeno che, anzi, è riportato soltanto da Matteo: il brano evangelico, inoltre, non specifica esattamente in che momento ebbe luogo la visita di questi stranieri presso il piccolo Messia, anche se il Calendario Liturgico che la fissa dodici giorni la nascita. Ma c’è un altro dettaglio ben più significativo: l’autore del testo greco utilizza un vocabolo con il quale generalmente ci si riferisce proprio ad una Stella. Quindi non una Cometa da seguire la cui coda funzionava a mo’ di timone ma un astro il cui sorgere destò la curiosità dei Magi:i quali, giunti a Gerusalemme, chiedevano dove si trovasse il Messia, avendone vista la stella nascente nei cieli e furono indirizzati a Betlemme proprio da Erode. Lungo il cammino, l'oggetto luminoso in effetti li precedeva nel movimento, prima di fermarsi nel cielo sopra Betlemme: ma nessun dettaglio lascerebbe intendere che si trattasse di qualcosa diverso da una Stella.

I magi non erano re…

Insomma, adesso sappiamo che i Magi non seguirono una Cometa che, con la sua coda, li avrebbe indirizzati da Babilonia a Betlemme: ma la semplice lettura del testo di Matteo ci fornisce molte altre interessanti informazioni, anche in questo caso del tutto divergenti con quello che credevamo abbiamo sempre creduto di sapere. In primo luogo, nel brano del vangelo che narra della nascita del Cristo non c’è alcun riferimento a grotte, capanne o nascite rese difficoltose dall'assenza di una dimora per gli sposi. Ma soprattutto, i Magi non erano dei Re: è scritto che “alcuni Magi” giunsero dall'Oriente. Ora, con questa parola si indicavano i membri dell’antica casta sacerdotale nella religione zoroastriana, grandi osservatori del cielo ed esperti di astronomia e provenienti dalla Persia, quindi da Oriente.

… E neanche tre

Quindi sacerdoti e non re: ma perché tre? Nessuna indicazione è data in merito al numero, potevano essere due come dieci o venti: semplicemente l’associazione con i tre doni portati negli scrigni dei magi ha contribuito a creare questa tradizione nell'ambito della cristianità. Rientra in questo processo anche l’attribuzione dei tre nomi, Gaspare, Melchiorre e Baldassarre. Estremamente importanti, in termini simbolici, sono invece proprio l’oro, l’incenso e la mirra.

Giotto, L'Adorazione dei Magi nella Cappella degli Scrovegni (Padova). La Cometa raffigurata è quella di Halley, al cui passaggio l'artista assistette nel 1301: probabilmente a partire a questo momento prevalse nella tradizione e nell'iconografia la dicitura "cometa" per indicare la Stella di Betlemme
Giotto, L'Adorazione dei Magi nella Cappella degli Scrovegni (Padova). La Cometa raffigurata è quella di Halley, al cui passaggio l'artista assistette nel 1301: probabilmente a partire a questo momento prevalse nella tradizione e nell'iconografia la dicitura "cometa" per indicare la Stella di Betlemme

Può l'astronomia spiegare la Stella biblica?

Ma, in sostanza, cosa avrebbero visto sorgere in cielo i sacerdoti orientali venuti a Gerusalemme? L'argomento è stato spesso dibattuto dalla scienza ma i tentativi di identificazione non sono mai giunti ad una risposta definitiva. Pare che Halley, che tanto piacque a Giotto, sia comunque da escludere, dato che il suo passaggio dell'epoca avvenne nel 12 a. C. mentre la nascita di Gesù viene collocata dagli storici tra il 7 e il 4 a. C. Non ci sono resoconti di altre Comete passate in quel periodo, eccezion fatta per una documentata dagli astronomi cinesi nel 5 a. C.; oggi si tende perlopiù a pensare che fosse una supernova.

Il fatto che si trattasse di un fenomeno eccezionale – così infatti vuole la tradizione – non ha comunque aiutato a rintracciarne la vera essenza: resta però in piedi una suggestiva ipotesi di una congiunzione tripla avvenuta in direzione della Costellazione dei Pesci tra il 7 e il 6 a. C. tra i Pianeti Giove, Saturno e Marte. Un evento non frequente e dall'impatto notevole. Come è noto, gli antichi osservavano con grande attenzione gli eventi celesti e ad essi attribuivano spesso valenze simboliche significative: ed è probabile che la traccia di quei fenomeni sia rimasta in qualche forma nel racconto evangelico, benché piuttosto sbiadita e difficile da riconoscere.

915 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views