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Cinque bufale sull’attentato dell’11 settembre a cui continuiamo a credere: adesso basta

A 17 anni dall’attentato terroristico che cambiò letteralmente il Mondo l’11 settembre 2001, continuano a circolare in Rete le tesi di complotto a sostegno della demolizione controllata delle Twin Towers. Nessuno ad oggi ha mai fornito delle reali prove scientifiche a riguardo, solitamente ci si basa su congetture e dati di seconda mano.
A cura di Juanne Pili
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Sull’attentato avvenuto l’11 settembre 2001 al World Trade Center continuano a venire prodotti post, libri e gadget di vario tipo, per lo più ripetendo sempre le stesse tesi, mai confermate. Tra le leggende più dure a morire troviamo quelle che girano attorno al crollo delle Twin Towers (le Torri gemelle), che sarebbe avvenuto per caduta controllata mediante l’utilizzo di “termite”, tra le cosiddette prove ci sarebbe il rilevamento del presunto “molten metal”: metallo fuso presente anche diverso tempo dopo il crollo. Ma c’è anche chi parla di cariche esplosive inserite negli edifici molto prima dell’attentato, mentre gli aerei che vediamo nei filmati sarebbero stati aggiunti in post-produzione. Infine c’è chi parla di “raggi energetici” sparati da una fonte non meglio identificata, verosimilmente spaziale.

Uso della termite

La tesi che verte attorno all’utilizzo della termite si confonde spesso con l’impiego di presunte cariche esplosive. Tralasciando il fatto che degli edifici del genere non potevano essere riempiti di esplosivi, o cosparsi di termite senza che mai nessuno si fosse accorto di niente, facciamo notare che tale sostanza non è un esplosivo e non può essere usata a tale scopo, ovvero tagliare le colonne portanti degli edifici. La termite infatti è una miscela incendiaria. Essendo di uso comune sia a livello industriale che militare, non è difficile verificare la sua inutilità nel contesto in cui la inseriscono i teorici di complotto. Solo per poter fondere un paio di binari è necessario utilizzare dei crogiuoli capienti, da portare tutti ad una temperatura tale da poter fondere l’acciaio. Anche ipotizzando che il calore necessario lo avessero potuto fornire gli aerei (complicanza inutile, visto che è stato sufficiente raggiungere una temperatura tale da indebolire le strutture, senza portarle a fusione), l’impiego della termite non spiega il cedimento nei piani intatti. Infine la termite agisce per colatura (come nel caso dell’impiego nei binari ferroviari, aderendovi per gravità essendo questi orizzontali), questo non è invece possibile con delle strutture che si estendono verticalmente. In effetti non esistono esperti in demolizioni che confermino la possibilità di utilizzare la termite in strutture del genere, senza ingombri e complicanze inutili rispetto ai metodi più comuni, i quali richiedono l’utilizzo di cariche esplosive.

Cariche esplosive

C’è quindi chi sostiene che già da anni fossero state inserite delle cariche esplosive per la demolizione, persino nei primi giorni dopo l’attentato circolarono voci riguardo a una sorta di meccanismo di auto-distruzione che si sarebbe attivato generando una demolizione controllata. Ma queste tesi si scontrano di fronte a due limiti: anche gli esplosivi hanno una data di scadenza, come spiega l'esperto in demolizioni Mark Loizeaux intervistato dalla Bbc (documentario "The Third Tower", dal minuto 27:20), quindi più tempo passa da quando vengono piazzati minore sarà la loro efficacia; infine edifici come le Torri gemelle quando vengono demoliti crollano in modo totalmente diverso: la caduta non avviene dall’alto verso il basso, ma al contrario dal piano terra fino a salire nei piani superiori, dopo una rapida sequenza di detonazioni – è possibile vederlo anche in filmati di repertorio, come quello della demolizione controllata della Landmark Tower avvenuta in Texas nel 2006. Anche in questo caso non esistono nel Mondo esperti in demolizioni che confermino la possibilità di generare cadute controllate in edifici simili, nello stesso modo in cui sarebbe avvenuto nelle Torri gemelle.

Pozze di metallo fuso

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Ma i teorici di complotto affermano che le prove ci sono, per esempio la presenza di pozze di metallo fuso ancora dopo il crollo tra le macerie. Sconvolgenti le immagini utilizzate a suo tempo dal fisico Steven Jones a riguardo. Queste però si spiegano con la loro scarsa qualità: immagini con risoluzione e illuminazione migliore dimostrano che si tratta di semplici detriti o di giochi di luce dovuti ai fari utilizzati dai vigili del fuoco. Lo stesso Jones ha dovuto in un secondo momento riconoscere di essersi sbagliato, anche se continua ad essere tra i sostenitori delle tesi di complotto sull’11 settembre.

Aerei in post-produzione

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C’è chi sostiene che non ci sono mai stati degli aerei. Questi sarebbero stati aggiunti in post-produzione dai media complici del complotto. Ma le immagini che vengono utilizzate a sostegno di questa tesi – le quali mostrerebbero indizi compromettenti – sono sempre di scarsa qualità, quindi ricche di artefatti dovute al deterioramento delle immagini, per esempio quando passano da un formato all’altro. Delle fake news che si possono creare mediante gli artefatti fotografici avevamo già trattato in diversi articoli. Sta di fatto che quel giorno migliaia di persone poterono testimoniare di aver visto gli aerei, sono tante inoltre le foto – specialmente del secondo aereo – di buona qualità, scattate dai passanti in loco.

Il raggio energetico di Judy Wood

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Secondo l’ingegnera Judy Wood le Torri gemelle sarebbero state “polverizzate” a mezz'aria. Definisce il tutto nei suoi scritti col termine da lei coniato “dustification”. Come sarebbe avvenuto questo fenomeno? Wood ipotizza nel suo sito e nelle sue pubblicazioni (le quali non riguardano mai riviste scientifiche peer review), che si potrebbe spiegare con l’impiego di un’arma energetica, in pieno stile Star Wars. Chi e da dove avrebbe sparato questo raggio energetico, in grado di polverizzare le strutture portanti degli edifici nel momento stesso in cui impattavano gli aerei, rimane un mistero. Si tratta di una ricostruzione quantomeno complessa (come le precedenti che abbiamo elencato), di qualcosa che si spiega già benissimo con l’impatto degli aerei.

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