Cinque bufale sull’aria condizionata che rischiano di ridurti in una spugna di sudore

I condizionatori sono macchine sempre più efficienti, ma, nonostante la tecnologia vada avanti, intorno al loro funzionamento girano ancora fake news. Il risultato? Si rimanda l’acquisto di un condizionatore e intanto si trascorrono notti insonni e al caldo.
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A cura di Redazione Scienze
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Si suda anche per nervosismo in L'aereo più pazzo del mondo.
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Quando torna l’estate ricomincia la lotta per far fronte al caldo, specialmente per chi non può permettersi di migrare altrove durante le ferie o è costretto comunque a lavorare al chiuso. Ci si sente più nervosi e l’efficienza sul lavoro o nelle relazioni sociali ne risente immancabilmente. La soluzione più saggia sarebbe quella di dotarsi di un buon sistema per l’aria condizionata, ecco quindi che l’argomento diventa una preda molto facile per chi lucra producendo notizie false in Rete. Potrà sembrare assurdo, ma nel Web determinate tipologie di bufale hanno veri e propri “cicli stagionali”. Tra le fake news estive non mancano quelle legate ai condizionatori. Nonostante nel campo i progressi siano continui, l’efficienza aumenti ed esistano avanzate funzioni autopulenti come nel caso dei condizionatori GE Appliances, queste macchine che rinfrescano le nostre notti estive sono ancora avvolte da sospetti immotivati. Ecco quali, tra le bufale maggiormente diffuse, vi capiterà di leggere prima o poi.

I condizionatori "sputano" aria calda all'esterno?

Così l'idea che viene fuori è quella di una sorta di mostro che ti aspira l'aria calda sputandola fuori. Se attorno a noi fa caldo, l'aria fredda allora da dove arriverebbe? Il condizionatore essenzialmente ha un funzionamento analogo a quello di un frigorifero. Un compressore posto all'esterno dell'abitazione comprime un gas, riscaldandolo ad alta pressione; viene poi trasferito al condensatore dove si raffredda mediante un sistema di tubi. E' il passaggio dall'alta alla bassa pressione a generare freddo, seguendo semplicemente le leggi della Fisica. Certamente questo processo produce calore, che viene liberato all'esterno, sempre per ragioni legate alle leggi fisiche della termodinamica. Se vogliamo vedere un sistema che sputa fuori l'aria calda a scopo di refrigerazione dobbiamo osservare il funzionamento di un computer, ma noi non siamo dei processori che rischiano di fondere.

Il cubo che raffredda l'aria per pochi centesimi al giorno

Sarebbe bello avere tutto gratis, specialmente se si tratta di ottenere un maggiore confort domestico. Ma il problema in realtà è riuscire a pagare il giusto per il servizio che si chiede. Quando qualcosa costa troppo poco o è addirittura gratuita il prodotto potremmo essere noi, trasformati in "cliccatori" incalliti di promozioni straordinarie, che distraggono dalle reali offerte disponibili sul mercato. Prendiamo il caso del cubo che raffredda l'aria spendendo pochi centesimi al giorno. Lo spot a suo tempo comparve anche in diverse testate online; ad oggi non ci è dato conoscere il suo principio di funzionamento, ma il design accattivante è sufficiente ad attirare gli sprovveduti a caccia di risparmi esagerati. Stando allo spot del prodotto i normali condizionatori "usano circa la stessa energia per la stessa quantità di raffreddamento", il problema è che questo non è un complotto, si chiama termodinamica e non c'è niente da fare, a meno che – come suggeriscono i colleghi di Butac – non torniamo a conservare il ghiaccio dell'inverno precedente in apposite ghiacciaie, come si faceva prima dell'avvento dei frigoriferi.

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La leggenda in base al quale sarebbe possibile costruire dei sistemi di condizionamento dell’aria senza spendere energia, assemblando assieme bottiglie e cartoni, proviene dal Bangladesh. Si tratta di Eco Cooler, un’invenzione attribuita ad Ashis Paul il quale nel giro di tre mesi ne avrebbe installato circa 25mila. Ed è questo un dato che stona parecchio: non doveva essere qualcosa possibile a tutti? Sarebbe bastato fornire le istruzioni su come costruire questi “impianti”. Il principio di base è che le bottiglie all’esterno fungano da filtri rinfrescando l’aria all’esterno. Qualcuno stima che effettivamente ci sia un abbassamento della temperatura di almeno cinque gradi, il problema è che non esistono studi dove questo viene certificato sul serio. Quale sarebbe il principio fisico alla base? Il mistero si infittisce. Eppure molti giornalisti ci sono cascati lasciando trapelare questa news nelle principali testate nostrane.

La tassa sui condizionatori

Capita almeno ogni estate, puntuale come l'afa che caratterizza questa stagione in molte regioni italiane: qualcuno rilancerà su tutti i social la bufala della tassa sui condizionatori domestici; solitamente si parla di 200euro in più a famiglia. L'origine risale al 2015 ed aveva a suo tempo un fondo di verità, solo che non c'entra niente con gli usi domestici. La tassa infatti avrebbe riguardato solo gli esercizi commerciali di una certa grandezza. Niente pericolo quindi, nessuno ha intenzione di tassarci l'aria fresca. Anche perché non avrebbe senso chiedere un contributo per qualcosa che non serve ad una nostra attività lucrativa, quanto a farci stare bene.

Multato perché aveva il condizionatore acceso in auto

Capiterà prima o poi di leggere il post di qualche utente frustrato perché – a seguito di una legge sconosciuta ai più – la polizia multerebbe chi viene trovato in sosta con l’aria condizionata accesa. Qualche volta queste storie si tramutano in post acchiappa click in diversi blog sensazionalisti. Cosa c’è di vero? Sostanzialmente niente. E’ vero invece che non si può sostare col motore acceso, condizione indispensabile per poter accendere l’aria condizionata, ma avere caldo non è una circostanza attenuante da esporre al poliziotto, che subendo la stessa calura potrebbe non trovarsi nelle condizioni più serene per poter “chiudere un occhio”. Scrivere sul verbale “aveva il condizionatore accesso” non è altro che un modo sofisticato di lasciar intendere che l’automobilista aveva sostato col motore acceso.

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