64 CONDIVISIONI

Cicloni giganteschi e venti a 3mila km di profondità: strumenti italiani mostrano un Giove mai visto

Grazie al JIRAM e al KaT, due strumenti costruiti in Italia ed equipaggiati sulla sonda della NASA JUNO, i ricercatori hanno svelato nuovi segreti delle perturbazioni polari di Giove, il gigante del Sistema solare.
A cura di Andrea Centini
64 CONDIVISIONI
Immagine

Corone di cicloni talmente grandi da poter inghiottire la Terra e venti velocissimi, che soffiano fino a tremila chilometri di profondità, nel cuore della turbolenta atmosfera di Giove. Sono due straordinarie scoperte appena fatte sul gigante gassoso, il pianeta più grande del Sistema solare, che dal 5 luglio 2016 è sotto l'occhio vigile della sonda JUNO della NASA. A svelare i nuovi segreti del corpo celeste sono stati in particolar modo i suoi strumenti italiani, lo spettrometro JIRAM (Jovian InfraRed Auroral Mapper) e lo strumento KaT (Ka-band Translator). Non a caso, dei quattro nuovi studi pubblicati sulla prestigiosa rivista Nature per dettagliare le scoperte, due sono stati coordinati da ricercatori di atenei ed istituti del Bel paese, tra i quali l'Agenzia Spaziale Italiana (ASI), l'Università Sapienza di Roma e l'Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF).

Grazie al JIRAM, costruito dalla ex Selex-Galileo Avionica (gruppo Leonardo) in collaborazione con ASI e INAF, gli studiosi guidati dal responsabile scientifico Alberto Adriani hanno potuto dare uno sguardo senza precedenti ai poli del pianeta, come dimostra lo straordinario scatto di copertina elaborato da un computer. Il JIRAM è uno strumento simile a una fotocamera che opera nell'infrarosso, ed è stato favorito nel suo lavoro dalla peculiare orbita polare della sonda NASA. In passato, infatti, il pianeta era sempre stato esaminato con dispositivi ad orbita equatoriale.

“Esistono due cicloni che stazionano in corrispondenza di ciascun polo, circondati da strutture vorticose che fanno loro da corona”, ha sottolineato il professor Adriani. I cicloni centrali, più grandi, sono accompagnati da perturbazioni satellite con le quali formano delle affascinanti figure geometriche. Al polo nord, dove raggiungono un diametro di ottomila chilometri, ci sono ben otto cicloni satellite, mentre a sud, dove sono più grandi e arrivano a un diametro di 12mila chilometri, se ne contano cinque. Sono strutture uniche nel loro genere nel Sistema solare, con un'elevata stabilità, e i venti al loro interno viaggiano tra i 150 e i 350 chilometri orari. Il fatto che siano perturbazioni diverse dalla gigantesca tempesta esagonale presente su Saturno suggerisce che i due pianeti, pur essendo giganti gassosi, hanno avuto un'evoluzione specifica.

Immagine

Con lo strumento KaT, un'antenna costruita da Thales Alenia Space Italia col supporto dell'Università Sapienza e dell'ASI, il team guidato dal professor Luciano Iess dell'ateneo romano ha determinato che le perturbazioni gioviane ‘affondano' nel cuore dell'atmosfera fino a tremila chilometri dalla superficie. Al di sotto di esse c'è un nucleo di gas che ruota in maniera uniforme, e non un nucleo solido come si sospettava in passato. Grazie alla misurazione del campo gravitazionale, Iess e colleghi hanno anche scoperto che tra nord e sud del pianeta sussiste un'inattesa asimmetria, che dovrà essere analizzata con successivi studi. Con questi strumenti è stato possibile effettuare per la prima volta un'analisi in tre dimensioni del gigantesco pianeta; tutti i dati raccolti dalla sonda JUNO saranno alla base di nuove scoperte negli anni a venire.

[Credit: NASA/JPL-Caltech/SwRI/ASI/INAF/JIRAM]

64 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views