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Ci siamo sbagliati, la Luna è più vecchia di quanto pensavamo: ecco quanti anni ha

Attraverso l’analisi di campioni raccolti durante la missione Apollo 14, ricercatori americani hanno stimato che la Luna si sarebbe generata circa 60 milioni di anni dopo la formazione del Sistema Solare.
A cura di Andrea Centini
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La Luna, in base a nuove analisi condotte sulle rocce lunari raccolte durante la missione Apollo 14, si sarebbe formata molto prima di quanto si ritenesse sino ad oggi, ovvero circa 60 milioni di anni dopo l'origine del nostro Sistema Solare, e non tra i 100 e i 200 milioni di anni dopo come suggerito dalle due teorie privilegiate dalla comunità scientifica. Gli autori dello studio, esogeologi dell'Università della California di Los Angeles (UCLA), sono assolutamente convinti dei dati estrapolati, tanto da non dubitare di ottenere i medesimi risultati con nuovi campioni di roccia lunare.

Il team di ricerca, coordinato dalla professoressa Melanie Barboni, ha analizzato i cristalli di zircone presenti sulle rocce attraverso la datazione uranio-piombo, che oltre ad essere una delle più utilizzate in esogeologia (o astrogeologia) è anche una delle più precise in assoluto: si stima che con questa tecnica, infatti, l'errore nella datazione di una roccia di 1,5 miliardi di anni sia inferiore al milione di anni. Dall'analisi è emerso un peculiare rapporto tra due isotopi del raro metallo di transizione Afnio, che può essere spiegato solo se il magma della Luna in formazione fosse già solidificato 4,51 miliardi di anni fa. Poiché si stima che il nostro Sistema Solare sia originato 4,57 miliardi di anni fa, ciò spiega il dato dei 60 milioni di anni teorizzato. La missione Apollo 14, la terza ad allunare, riportò sulla Terra ben 42 chilogrammi di rocce lunari, ma il team della Barboni ha effettuato le proprie indagini su pochissimi grammi di zircone.

Il nuovo studio sulla Luna, i cui dettagli sono stati pubblicati sulla rivista scientifica ScienceAdvances, segue di qualche giorno quello ad opera di ricercatori israeliani del Technion-Israel Institute of Technology, che attraverso un migliaio di simulazioni al computer hanno dimostrato che il nostro satellite naturale non si sarebbe formato dall'impatto di un unico, enorme corpo celeste contro la Terra, ma da tante piccole lune successivamente fuse fra loro.

[Foto di Andrea Centini]

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