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Covid 19

Chi va in ufficio ha un rischio doppio di contagiarsi col coronavirus di chi lavora da casa

Mettendo a confronto i dati di lavoratori risultati positivi al coronavirus SARS-CoV-2 con quelli di un gruppo di controllo negativo, i CDC americani hanno dimostrato che chi si reca in ufficio ha il doppio delle probabilità di infettarsi rispetto a chi lavora in smart working / telelavoro. Per questo raccomandano a tutte le aziende di concedere il lavoro da remoto ai propri dipendenti, laddove possibile.
A cura di Andrea Centini
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Chi lavora in ufficio ha una probabilità sensibilmente superiore di contagiarsi col coronavirus SARS-CoV-2 rispetto a chi lo fa da casa (telelavoro / smart working). Può apparire un'affermazione scontata, tenendo presente che chi lavora fuori casa incontra molte più persone, potrebbe prendere mezzi pubblici e in generale è più esposto al rischio di entrare in contatto col patogeno, ma fino ad oggi nessuna indagine aveva valutato statisticamente e quantificato questa differenza. Un nuovo studio ha mostrato che chi va a lavorare in ufficio ha il doppio delle probabilità di infettarsi rispetto ai lavoratori da remoto.

A dimostrarlo è un rapporto dei Centri per la prevenzione e il controllo delle malattie (CDC – Centers for Disease Control and Prevention), uno dei principali organi di salute pubblica negli Stati Uniti. Messo a punto in seno al programma Morbidity and Mortality Weekly Report (Mmwr), lo studio è stato condotto da esperti del CDC COVID-19 Response Team, che hanno collaborato a stretto contatto con i colleghi del Johns Hopkins Hospital di Baltimora e dei centri medici di numerose università, tra le quali Vanderbilt, Washington e Statale dell'Ohio. Gli scienziati, coordinati dalla dottoressa Kiva A. Fisher, sono giunti alle loro conclusioni dopo aver intervistato oltre trecento volontari che nel mese di luglio erano stati sottoposti a un tampone rino-faringeo, per verificare una eventuale positività al coronavirus SARS-CoV-2.

Circa il 50 percento dei partecipanti al test è risultato positivo, ed è stato messo a confronto con un gruppo di controllo composto da persone risultate negative. Tutti quanti erano impiegati in lavori non essenziali e avevano un rischio di esposizione al patogeno paragonabile, in termini di comunità in cui vivevano. Un terzo dei pazienti del gruppo COVID ha dichiarato di lavorare almeno parzialmente in telelavoro, contro la metà di quelli del gruppo di controllo, inoltre le persone contagiate hanno riferito che nelle due settimane precedenti alla malattia avevano maggiori probabilità di lavorare esclusivamente dall'ufficio. Incrociando tutti i dati è emerso che chi lavorava in ufficio aveva il doppio delle probabilità di infettarsi col patogeno emerso in Cina. Il telelavoro risultava più diffuso tra i bianchi, chi aveva un diploma universitario (o superiore) e guadagnava un reddito annuo di 75mila dollari o più all'anno.

Alla luce di questi risultati, gli esperti dei CDC raccomandano a tutte le aziende di permettere ai propri dipendenti di lavorare in telelavoro laddove possibile, dato che rappresenta una soluzione efficace per spezzare la catena dei contagi, assieme a misure come mascherine, distanziamento sociale e igiene delle mani. I dettagli della ricerca “Telework Before Illness Onset Among Symptomatic Adults Aged ≥18 Years With and Without COVID-19 in 11 Outpatient Health Care Facilities — United States, July 2020” sono consultabili cliccando sul seguente link.

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