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Chi paga realmente il prezzo della moda low cost?

Greenpeace mostra come il settore della fast fashion sia inquinante per il nostro Pianeta. Se è quasi impossibile azzerarne del tutto i costi, possiamo però ridurne l’impatto sull’ambiente.
A cura di Zeina Ayache
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Quando parliamo di moda e di abbigliamento pensiamo al prezzo di un jeans o di un top, pensiamo ai soldi che dovremo investire nell'acquisto, ma raramente riflettiamo sul vero impatto ambientale di tutto ciò arriva nei negozi. Nella società in cui viviamo è molto difficile riuscire ad essere ambientalisti, ecologisti e animalisti al 100%, ciò che conta però è essere informati e fare quel che possiamo nel nostro piccolo. Greenpeace ci aiuta a conoscere meglio il vero costo della “fast fashion” (quella low cost per intenderci) mostrandoci quale sia il suo impatto ambientale.

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Parlando di acqua (un bene fondamentale per la nostra sopravvivenza e a cui non tutti hanno accesso), dobbiamo sapere che:

  • ogni anno vengono prodotti 2 miliardi di paia di jeans
  • per produrre un paio di jeans sono necessari 7.000 litri di acqua
  • per produrre una t-shirt sono necessari 2.720 litri di acqua, che corrisponde alla stessa quantità che ognuno di noi beve in tre anni

Parlando di prodotti chimici, dobbiamo sapere che:

  • per il processo di tintura vengono impiegati 1,7 milioni di tonnellate di prodotti chimici
  • alcuni di questi, come i PFC (composti poli e per fluorurati) sono inquinanti e dannosi sia per le piante che per gli animali, oltre che per noi

Parlando di sprechi, dobbiamo sapere che, ogni anno:

  • vengono prodotti circa 400 miliardi di metri quadrati di prodotti tessili
  • però, ben 60 miliardi di metri quadrati di prodotti tessili non vengono utilizzati
  • vengono prodotti 80 miliardi di capi di abbigliamento che, nella migliore delle ipotesi, nella stagione successiva non verranno utilizzati e finiranno nella spazzatura
  • solo un quarto dei vestiti gettati viene riciclato

E non parliamo poi dei costi sociali legati alla produzione low cost:

  • persone che lavorano in ambienti sovraffollati e che vengono sottopagate, 2 dollari al giorno, per permettere ai marchi di ottimizzare i costi riuscendo a mettere sul mercato capi d'abbigliamento a poco prezzo.

E noi cosa possiamo fare? Innanzitutto il consiglio è quello di ridurre la quantità di capi d'abbigliamento che compriamo, magari accontentandoci solo di ciò di cui abbiamo bisogno. In secondo luogo possiamo fare in modo di riciclare i vecchi vestiti, utilizzandoli per la pulizia della casa o mettendoli da parte in attesa che siano di nuovo di moda. Fare, anche se poco, è comunque meglio che non fare affatto.

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