Chi mangia carne lavorata rischia disturbo bipolare e sindromi maniacali
Chi mangia carni lavorate come gli insaccati ha un rischio maggiore di sviluppare disturbi psichiatrici, come sindromi maniacali e disturbo bipolare. La ragione risiederebbe nei nitrati e nei nitriti aggiunti in questi prodotti come conservanti, per ‘allontanare' la data di scadenza e contrastare la proliferazione batterica. Queste sostanze chimiche riuscirebbero infatti a modificare la flora batterica intestinale, che a sua volta può essere associata ai disturbi di natura psichiatrica. Lo ha dimostrato un team di ricerca americano della prestigiosa Scuola di Medicina presso l'Università John Hopkins di Baltimora.
Gli scienziati, guidati dal professor Robert H. Yolken, hanno condotto la propria indagine partendo da i risultati di un'altra ricerca effettuata dai colleghi dell'istituto Sheppard Pratt Health System, che tra il 2007 e il 2017 coinvolsero oltre mille partecipanti nella compilazione di questionari su abitudini alimentari e stato di salute. Analizzando statisticamente i dati dell'indagine, Yolken e colleghi hanno scoperto per caso un'associazione tra ospedalizzazioni per episodi maniacali e consumo di carne lavorata. Nello specifico, è emerso che chi era finito al pronto soccorso almeno una volta per questo motivo, aveva una probabilità di 3,5 volte superiore di aver consumato spesso alimenti come wurstel, insaccati, carne in scatola e simili.
Con un'indagine di follow-up che ha abbracciato un numero inferiore di partecipanti, ovvero 42 pazienti con disturbi maniacali e 35 soggetti sani, gli studiosi hanno trovato risultati simili a quelli dell'altra ricerca, riscontrando un aumento del rischio di soffrire di disturbo bipolare dalle 3,5 alle 5,15 volte superiore in chi mangiava più carni lavorate.
A questo punto gli scienziati hanno deciso di verificare la presenza di un rapporto di causa-effetto tra i due fenomeni, e non potendo coinvolgere le persone si sono rivolti ai ratti. Alimentando questi animali con quantitativi di nitrati paragonabili a quelli presenti in un hot-dog consumato ogni giorno, hanno riscontrato negli animali comportamenti come iperattività e disturbi del sonno. Non si tratta certo della complessità del disturbo bipolare evidenziato in una persona, caratterizzato da fasi di iperattività, euforia e insonnia, tuttavia Yolken e colleghi indicano che i risultati ottenuti suggeriscono che "i nitrati delle carni lavorate possano essere un fattore ambientale in grado di mediare la comparsa della sindrome maniacale". La ragione potrebbe risiedere nella capacità dei nitrati di modificare il microbioma intestinale, che in base a diversi studi sarebbe in grado di influenzare il cervello. I dettagli della ricerca sono stati pubblicati sulla rivista scientifica Molecular Psychiatry.
[Credit: Moershy]