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Covid 19

Chi ha questo gene è più protetto dalla Covid: ha il triplo delle probabilità di essere asintomatico

Mettendo a confronto i profili genetici di pazienti con COVID-19 grave (senza comorbilità) con quelli di operatori sanitari positivi al test anticorpale ma asintomatici, un team di ricerca internazionale guidato da scienziati dell’Università di Newcastle ha dimostrato che i portatori del gene HLA-DRB1*04:01 che vengono contagiati dal coronavirus SARS-CoV-2 hanno il triplo delle probabilità di risultare asintomatici. In altri termini, risultano più protetti.
A cura di Andrea Centini
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Sebbene siano stati identificati da tempo i fattori di rischio associati allo sviluppo della forma grave della COVID-19, come l'età avanzata, l'obesità e comorbilità alla stregua del diabete e dell'ipertensione, il coronavirus SARS-CoV-2 può innescare infezioni con complicazioni potenzialmente letali anche in persone giovani e perfettamente sane. Ad oggi non è ancora chiaro come ciò avvenga, ma gli studiosi ritengono che giochi un ruolo significativo la genetica. Una prima, importante conferma del ruolo dei geni arriva da una nuova ricerca, nella quale è stato determinato che le persone con il gene HLA-DRB1*04:01 hanno il triplo delle probabilità di risultare asintomatiche dopo il contagio. Ciò significa che pur infettandosi e potendo trasmettere il virus, hanno un rischio molto minore di essere ricoverate in ospedale e di morire per la COVID-19.

A determinare che le persone portatrici del gene HLA-DRB1*04:01 hanno un rischio significativamente inferiore di sviluppare la forma sintomatica della COVID-19 è stato un team di ricerca internazionale guidato da scienziati dell'Università di Newcastle e del Newcastle Hospitals NHS Foundation Trust, che hanno collaborato a stretto contatto con i colleghi dell'Ospedale Universitario di North Tees, del Dipartimento di Genetica Medica dell'Università di Oslo (Norvegia) e della società di biotecnologie ExplantLab – The Biosphere, Newcastle Helix, Newcastle-upon-Tyne. I ricercatori, coordinati dal professor Carlos Echevarria, docente presso il Translational and Clinical Research Institute dell'ateneo britannico, sono giunti alle loro conclusioni dopo aver messo a confronto i risultati del sequenziamento genetico di campioni ottenuti da tre gruppi di persone: un primo composto da 49 pazienti con COVID-19 grave ricoverati in ospedale per insufficienza respiratoria; un secondo da 69 operatori sanitari risultati positivi al test sierologico ma asintomatici; e un terzo di controllo, con persone coinvolte in uno studio genotipico dedicato ai geni HLA.

Dall'analisi dei genomi attraverso un sistema di sequenziamento di nuova generazione il professor Echevarria e i colleghi hanno dimostrato che il gene HLA-DRB1*04:01 era presente il triplo delle volte nelle persone che sviluppavano la forma asintomatica dell'infezione. Il gene, sito sul cromosoma 6, fa parte della famiglia del sistema dell'antigene leucocitario umano (HLA, acronimo di Human Leukocyte Antigens), responsabile della codifica di fondamentali proteine che regolano il sistema immunitario. Un aspetto interessante di questo gene è che esso risulta più diffuso nelle persone che vivono nel Nord e nell'Ovest dell'Europa.

“Questa è una scoperta importante in quanto potrebbe spiegare perché alcune delle persone vengono contagiate ma non si ammalano. Potrebbe portarci a un test genetico in grado di indicare le persone a cui dobbiamo dare la priorità per le vaccinazioni future”, ha dichiarato il professor Echevarria in un comunicato stampa. “A livello di popolazione, questo è un dettaglio importante da sapere perché quando abbiamo molte persone resistenti, che prendono la Covid ma non mostrano sintomi, allora rischiano di diffondere il virus mentre sono asintomatiche”, ha aggiunto l'esperto. Lo studio mostra il profondo legame che c'è tra ambiente, genetica e malattia, spiegano gli studiosi, dato che precedenti indagini avevano trovato correlazioni tra latitudine e longitudine e l'incidenza di determinate patologie, come ad esempio la sclerosi multipla (più diffusa al Nord per la ridotta esposizione ai raggi UV, legata a sua volta alla carenza di vitamina D). I dettagli della ricerca “The influence of HLA genotype on the severity of COVID-19 infection” sono stati pubblicati sulla rivista scientifica HLA.

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