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Covid 19

Chi e quanti sono i ricoverati nelle regioni sudafricane colpite dalla variante Omicron

Dall’inizio del mese il numero di ricoverati in Sudafrica è aumentato sensibilmente, parallelamente alla diffusione della variante Omicron. Ecco cosa sappiamo.
A cura di Andrea Centini
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Venerdì 26 novembre l'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha incluso la nuova variante emersa in Sudafrica “B.1.1.529” nell'elenco delle varianti di preoccupazione (VOC) del coronavirus SARS-CoV-2 e l'ha denominata Omicron. Come specificato in un comunicato stampa dall'OMS, al momento non è chiaro se il nuovo ceppo del patogeno pandemico sia effettivamente più trasmissibile, in grado di scatenare una patologia più grave e/o abbia una migliore capacità di ridurre l'efficacia dei vaccini rispetto alle varianti precedenti, tuttavia il gran numero di mutazioni – ben 32 sulla proteina S o Spike – e i dati epidemiologici provenienti dal Sudafrica indicano che deve essere scrupolosamente monitorata. Basti pensare che in base ai dati dell'Istituto Nazionale per le Malattie Trasmissibili (National Institute for Communicable Diseases) del paese africano dall'inizio del mese i ricoveri sono aumentati del 63 percento, parallelamente alla scoperta e alla diffusione della variante Omicron.

Nella provincia di Guateng, dove si trova Johannesburg, la più grande e popolosa città del Sudafrica (oltre 5,6 milioni di abitanti), dall'inizio di novembre le ospedalizzazioni sono aumentate addirittura del 400 percento, balzate dalle 120 registrate nella prima settimana del mese alle 580 di quella conclusasi lo scorso weekend. Proprio il boom di contagi verificatisi in questa provincia ha portato gli esperti a stimare la potenziale, estrema trasmissibilità della nuova variante. Secondo il professor J.P. Weiland, un epidemiologo specializzato nella modellazione sulla diffusione delle malattie infettive, il nuovo ceppo potrebbe avere una trasmissibilità superiore del 500 percento rispetto al ceppo originale e “selvatico” del coronavirus SARS-CoV-2, emerso a Wuhan (Cina) alla fine del 2019 dopo il salto di specie (spillover) all'uomo. Nonostante il significativo incremento dei ricoveri, tuttavia, l'OMS sottolinea che è troppo presto per sapere se sia proprio a causa di una maggiore aggressività della variante Omicron. “Non ci sono ancora evidenze che l’infezione con Omicron causi una malattia più grave rispetto alle altre varianti. I dati preliminari suggeriscono che ci sia un tasso maggiore di ricoveri in Sud Africa, ma questo potrebbe essere dovuto all’aumento complessivo delle persone infette piuttosto che alla specifica infezione con Omicron”, spiega l'OMS. In pratica, l'aumento di ricoveri sarebbe un semplice riflesso di quello dei contagi. Del resto anche quando si diffuse la variante Delta – che sta guidando la quarta ondata in varie parti del mondo – c'è stato un incremento simile.

In base ai dati dell'Istituto Nazionale per le Malattie Trasmissibili, l'epicentro della diffusione della variante Omicron è la municipalità metropolitana della Città di Tshwane, nella sopracitata provincia di Guateng, dove circa il 10 percento dei ricoveri riguarda bambini con età inferiore ai 2 anni. Il professor Waasila Jassat, specialista in sanità pubblica dell'istituto sudafricano, ha affermato che tale incremento è superiore a quello osservato nella prima fase della pandemia, tuttavia ci fu un maggior numero di casi tra i più piccoli anche quando ha iniziato a circolare la variante Delta. A Tshwane sono stati ricoverati 52 bambini e uno è deceduto, come specificato dal professor Jassat, ma non è noto quale variante abbia provocato il contagio e la conseguente ospedalizzazione.

Lo scienziato sottolinea che i bambini piccoli non solo hanno un sistema immunitario immaturo, ma non possono nemmeno essere vaccinati, pertanto sono esposti a un rischio maggiore nel caso in cui la variante Omicron fosse effettivamente più aggressiva. Al momento però, come indicato, non è ancora chiaro quale sia la morbilità del nuovo ceppo. Dai primi rilievi risulta che i pazienti adulti contagiati sperimentano sintomi lievi, con alcune piccole differenze rispetto a quelli scatenati dalla variante Delta (ad esempio non si registra l'anosmia, ovvero la perdita dell'olfatto). Almeno in parte, spiega il professor Jassat, l'aumento dei ricoveri tra i piccoli si può spiegare per la maggiore preoccupazione da parte dei genitori, proprio a causa della diffusione della nuova variante e l'eco mediatica che ne è scaturita; dunque almeno in parte sarebbero stati portati in ospedale per scopo puramene precauzione, dato che ancora non si conoscono gli effetti della Omicron.

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