125 CONDIVISIONI
video suggerito
video suggerito

Chi è Mary Lee, lo squalo bianco che appassiona il web e aiuta a proteggere la sua specie

Monitorata sin dal 2012 grazie a un dispositivo satellitare, Mary Lee ha tra i 40 e i 50 anni e i suoi spostamenti possono essere seguiti dal sito ufficiale o da una app. La campagna in suo favore sta facendo riscoprire il rispetto per questi magnifici predatori.
A cura di Andrea Centini
125 CONDIVISIONI
Immagine

Fra tutti gli animali che popolano il nostro pianeta, nell'immaginario collettivo il grande squalo bianco (Charcarodon carcharias) è indubbiamente uno dei più temuti. Ciò nonostante esiste un esemplare femmina chiamato Mary Lee che da alcuni anni sta appassionando centinaia di migliaia di americani, tanto che le sue ‘gesta' hanno iniziato persino modificare la diffusa – quanto errata – percezione su questa meravigliosa specie marina.

L'idea di rendere una sorta di star del web e della televisione Mary Lee è venuta ad alcuni ricercatori di OCEARCH, un'associazione che non solo si occupa di tutela ambientale, e in particolar modo proprio di squali, ma è anche leader mondiale nella produzione di dispositivi per il tracking telemetrico di animali marini, attraverso l'applicazione di sistemi GPS e affini. Mary Lee, il cui nome deriva da quello della madre del fondatore di OCEARCH Chris Fischer, fu issata a bordo di una nave da ricerca nel 2012; qui, dopo le analisi di rito che ne hanno determinato un'età tra i 40 e i 50 anni, le installarono proprio uno di questi dispositivi, e da allora possibile seguirne gli spostamenti attraverso l'Atlantico del nord. Quando il pescecane emerge con la sua pinna dorsale viene inviato un segnale al satellite che “pinga” la sua posizione, e sull'apposito sito web o su una applicazione per smartphone è possibile sapere dove si trova esattamente.

Immagine

Grazie a questo strumento i ricercatori non solo hanno potuto conoscere le sue abitudini negli ultimi cinque anni (da quando viene monitorata ha percorso poco meno di 70mila chilometri), ma è stato possibile anche appurare dove e quando ha partorito, gettando nuova luce sulla criptica biologia di questi animali. Fischer e colleghi hanno sfruttato lo studio di Mary Lee anche per far riconquistare il rispetto perduto dalla specie, la cui reputazione è stata seriamente danneggiata dall'ignoranza e da alcune pellicole cinematografiche. Quando si pensa agli squali e in particolar modo alla specie più temuta, infatti, sin troppo spesso la mente torna automaticamente al blockbuster di Steven Spielberg uscito nel 1975 “Lo Squalo” (Jaws).

Immagine

Mary Lee, un'abituale visitatrice delle acque innanzi alle spiagge “dorate” degli Hamptons, tanto da esserne diventata una sorta di mascotte, sta aiutando a risollevare le sorti di una specie la cui popolazione in una ventina di anni si è ridotta dell'80 percento, un dramma che sta riguardando moltissimi altri squali anche a causa della pesca indiscriminata per il taglio delle pinne. Ad oggi lo squalo bianco ha raccolto 120mila follower su Twitter e i programmi tv a lei dedicati sono sempre seguitissimi. La speranza è che la specie possa presto uscire dalla situazione di pericolo nel quale è stata trascinata a causa nostra, incapaci di rispettare un animale che fa soltanto il proprio dovere di predatore nel proprio habitat naturale, da ben 400 milioni di anni.

[Foto di OCEARCH]

125 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views