Chi è Elena Cattaneo, nominata senatrice a vita da Napolitano
La chiamano già “la nuova Montalcini”. Probabilmente Giorgio Napolitano avrà pensato proprio a lei, la grande scienziata premio Nobel, già senatrice a vita, morta lo scorso anno, quando ha deciso di nominare Elena Cattaneo al più alto incarico onorifico della Repubblica. Elena Cattaneo è la più giovane e la meno conosciuta dei quattro nuovi senatori a vita, ma fa già parlare molto di sé e probabilmente la sua carriera è solo agli inizi. Il nome di Elena Cattaneo, 50 anni, classe 1962, nata a Milano, è legato a doppio filo a quello delle cellule staminali, la grande frontiera della medicina moderna. Un settore nel quale l’Italia gioca un ruolo di primo piano.
A Milano e al MIT – Docente ordinaria di Applicazioni biotecnologiche in farmacologia all’Università di Milano, la professoressa Cattaneo è anche direttrice del centro di ricerca sulle cellule staminali dell’ateneo milanese. In realtà la sua carriera è iniziata non nel settore della medicina, ma in quello farmaceutico: laurea cum laude nel 1986 a Milano in farmacia, vorrebbe trasferirsi all’estero ma, per la fortuna del nostro paese, il preside della sua facoltà si rende conto della bravura di Elena e la convince a restare a lavorare presso il Dipartimento di Scienze Farmacologiche di Milano. L’America però chiama e, per tre anni, Elena Cattaneo è a Boston, dove lavora al MIT con Ronald McKay, pioniere delle cellule staminali. È qui che inizia il “colpo di fulmine” che imprimerà una svolta alla sua carriera. La Cattaneo si rende subito conto dell’importanza straordinaria che rivestono le staminali: cellule di base in grado di differenziarsi in tutte le altre cellule che compongono l’organismo umano, possiedono il segreto della rigenerazione dei tessuti e degli organi, se non addirittura la chiave per sconfiggere le principali malattie neurodegenerative, come l’Alzheimer e il Parkinson. Proprio in questo settore Elena Cattaneo decide di specializzarsi, approfondendo la Corea di Huntington, una malattia ereditaria di natura neurodegenerativa la cui prognosi è infausta.
I successi internazionali nelle staminali – Quando torna in Italia, nel 1992, per completare la tesi di dottorato e dare alla luce la sua prima figlia, la Cattaneo si rende conto che la ricerca nel settore delle cellule staminali non è facile come negli Stati Uniti. È ancora una volta Rodolfo Paoletti, direttore del dipartimento di farmacologia, a offrirle l’opportunità di mettere su un proprio centro di ricerca esclusivamente dedicato alla ricerca sulle applicazioni terapeutiche delle cellule staminali per le malattie degenerative. Nel laboratorio, tra i più avanzati in Italia, Elena Cattaneo si dedica anima e corpo alla sfida difficilissima di “guidare” la differenziazione delle cellule staminali fino alla loro trasformazione nella cellule desiderata. Ottiene un finanziamento Telethon di 25 milioni di lire per lavorare sulla Corea di Huntington, altrettanti dall’Alzehimer Association di Chicago per la ricerca sulla sindrome di Alzehimer. Nel dicembre 2003 diventa docente ordinario, e dal 2005 direttrice del Centro di Ricerche sulle Cellule Staminali, un laboratorio in cui lavora con altri 20 ricercatori impegnati nella sfida di trovare applicazioni pratiche delle staminali per le malattie neuronali. In questo campo fa parte di importanti programmi di ricerca a livello internazionale, che coinvolgono altri centri di ricerca in tutta Europa, come “Eurostemcell”, “Estools” e “NeuroNE”, finanziati dalla Commissione europea. Dal 2009 al 2012 è stata coordinatrice del programma europeo “NEuroStemCell” per effettuare trial di cellule staminali per la cura della Corea di Huntington e del Parkinson. Il Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi le ha assegnato nel 2001 la Medaglia del Presidente della Repubblica, e nel 2006 il titolo di Cavaliere.
Scienza e politica – Ma con la politica, la professoressa Cattaneo ha avuto qualche conflitto, soprattutto in tema di bioetica. Il divieto di utilizzo delle cellule staminali embrionali voluto dal governo Berlusconi con la legge 40 la portò a una dura presa di posizione contro la decisione, a suo dire in grado di bloccare per sempre la ricerca di frontiera in Italia sulle staminali. Nel 2005 si schierò a favore del referendum per l’abrogazione della legge 40: “Vietare l’uso degli embrioni congelati, così come prevede la legge 40, è sbagliato, anzi è anti-scientifico”, affermò in un’intervista. Il fallimento del referendum l’ha spinta a dedicarsi all’attività di divulgazione scientifica, battendosi per spiegare ai cittadini italiani l’importanza di proseguire le ricerche in questo settore, e opponendosi alle scelte spesso restrittive della politica nazionale nei confronti della scienza. In un’intervista di due anni fa a una testa internazionale dichiarò: “E’ la dimensione politica della Chiesa che affligge la scienza in Italia, non la sua dimensione religiosa, di cui condivido molti principi”.