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Cernie, gamberi e alghe per stanare droni e sottomarini nemici: il progetto della Difesa USA

La Difesa americana vuole usare cernie, gamberi, alghe e altri animali marini come sensori viventi per intercettare sottomarini e droni subacquei nemici. Dall’analisi delle variazioni del comportamento animale al passaggio di questi mezzi, si potrebbero ottenere “segnali” della presenza delle minacce. Già finanziati 45 milioni di dollari.
A cura di Andrea Centini
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La DARPA, un'agenzia governativa del Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti, ha avviato un curioso progetto di ricerca che punta a sfruttare il comportamento degli animali per rilevare minacce nemiche alla stregua di sottomarini e droni subacquei. In parole semplici, il sistema di sorveglianza sottomarina PALS (Persistent Aquatic Living Sensors) si basa sull'analisi delle variazioni del comportamento degli organismi in risposta alla presenza di potenziali minacce, rendendo gli animali dei veri e propri sensori militari viventi.

Ricerca ambiziosa. La DARPA, acronimo di Defense Advanced Research Agency (Agenzia per i progetti di ricerca avanzata di difesa), ha già investito 45 milioni di dollari sul progetto PALS, per finanziare cinque gruppi di ricerca affinché studino il comportamento di cinque diversi organismi marini in presenza di veicoli subacquei. Gli animali, del resto, percepiscono segnali visivi, magnetici, chimici e acustici, andando ben oltre il rilievo dei “semplici” sonar, gli strumenti di sorveglianza sottomarina per eccellenza. Ma questi dispositivi sono costosi da installare, tendono facilmente a corrodersi e inoltre possono essere “scovati” dal nemico.

Le specie coinvolte. Ma quali animali intendono usare alla DARPA? Tra quelli “ingaggiati” nelle ricerche ci sono le cernie golia o cernie giganti atlantiche, enormi pesci che possono raggiungere i 2,5 metri di lunghezza per 360 chilogrammi di peso. Queste cernie, che sono in pericolo critico di estinzione, quando si avvicina un subacqueo emettono un rumore a bassa frequenza simile a un boom. Uno strumento in grado di rilevare simili segnali di allarme potrebbe avvisare i militari che c'è un qualche pericolo nei pressi della cernia. Al momento sono gli scienziati della Florida Atlantic University a studiare il comportamento dei pesci per la DARPA. I biologi della Raytheon BBN Technologies sono invece impegnati a studiare i gamberi pistola come il Synalpheus pinkfloydi (che omaggia la band dei Pink Floyd), recentemente scoperto da scienziati dell'Università di Oxford; questi gamberi emettono tra i suoni sottomarini più forti facendo “schioccare” la loro chela; le onde sonore possono rimbalzare sullo scafo di un sottomarino e inviare un segnale utile da decifrare per i militari. Altri scienziati stanno invece studiando il comportamento di alghe bioluminescenti che cambiano colore in presenza stimolazioni meccaniche.

Le sfide. Tra le sfide che dovranno affrontare i ricercatori non c'è solo la comprensione del comportamento animale, non sempre facile da interpretare, ma anche i numerosi falsi positivi che potrebbero provenire dai altri stimoli (come predatori) e il fatto che comunque dovranno essere installati sensori, telecamere e altri strumenti in grado di monitorare gli animali marini, che possono porre gli stessi limiti dei sonar. Gli scienziati che hanno ricevuto il finanziamento dovranno anche trovare un metodo efficace per inviare ai militari i segnali del comportamento animale.

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