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C’è una predisposizione genetica dietro alle forme gravi di Covid: “Possibile prevedere il rischio”

La scoperta di un team di ricerca russo che ha messo a punto un modello in grado di predire la gravità dell’infezione da coronavirus. Il test condotti a Mosca e poi in Spagna, a Madrid, hanno confermato che è possibile prevedere il rischio di malattia grave “con alta precisione”.
A cura di Valeria Aiello
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La diversa suscettibilità all’infezione da coronavirus Sars-Cov-2 dipende dalla predisposizione genetica di ciascuna persona. La conferma di quanto emerso dagli studi finora condotti arriva da un team di ricerca russo che ha messo a punto un modello in grado di predire il rischio di sviluppare forme gravi di Covid-19, consentendo di prevedere la gravità della malattia con elevata precisione.

Predisposizione genetica e forme gravi di Covid

Lo studio, pubblicato sulla rivista scientifica Frontiers in Immunology, indica un’associazione tra le forme gravi di Covid-19 e il genotipo del sistema dell’antigene leucocitario (HLA) di classe 1, il complesso di geni che codifica per le proteine responsabili della regolazione del sistema immunitario nell’uomo. “Uno dei meccanismi chiave utilizzati dall’uomo per combattere le infezioni virali – spiegano i ricercatori – è la risposta immunitaria mediata dalle cellule T. Lo sviluppo di questa immunità cellulare parte dal riconoscimento dei peptidi virali, una capacità per lo più determinata dalle molecole di HLA-1 responsabili di questo riconoscimento. Se rilevano bene il virus, le cellule T riconosceranno e distruggeranno rapidamente le cellule infette, altrimenti è più probabile che si sviluppi un caso di malattia più grave”.

Sulla base di questi presupposti i ricercatori della Facoltà di Biologia e Biotecnologie della Hse-Higher School of Economics University di Mosca (Maxim Shkurnikov, Stepan Nersisyan, Alexei Galatenko e Alexander Tonevitsky), insieme ai colleghi della Pirogov Russian National Research Medical University e del Filatov City Clinical Hospital (Tatjana Jankevic, Ivan Gordeev e Valery Vechorko) hanno studiato la relazione tra il genotipo del sistema HLA-1 e la gravità di Covid-19.

Un modello prevede il rischio di malattia grave

Utilizzando l’apprendimento automatico, spiegano gli autori dello studio, è stato sviluppato “un modello in grado di fornire una valutazione integrale della possibile efficienza del sistema HLA-1 e assegnato un punteggio da 0 a 100, dove a valori più bassi corrispondeva un migliore riconoscimento dei peptidi virali e dunque un rischio inferiore di malattia grave. Per convalidare il modello, i ricercatori hanno analizzato i genotipi di oltre 100 pazienti con Covid-19 e confrontato i risultati con quelli di 400 persone sane, osservando che il punteggio di rischio “era altamente efficace” nel predire la gravità della malattia.

Successivamente, gli studiosi hanno testato il modello su 45 pazienti di Madrid, in Spagna, confermando “l’alta precisione della previsione”. Il punteggio di rischio nei casi di Covid-19 grave è infatti risultato significativamente più elevato rispetto ai casi lievi o moderati. “Oltre alle correlazioni scoperte tra genotipo HLA-1 e gravità di Covid-19 – ha affermato Tonevitsky – , l’approccio suggerito nel nostro lavoro potrebbe aiutare anche a valutare come alcune mutazioni di Sars-Cov-2 possano influenzare lo sviluppo dell’immunità cellulare. Ad esempio, saremo in grado di rilevare per quali gruppi di pazienti l’infezione determinata da nuove varianti del coronavirus può portare a forme più gravi della malattia”.

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