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Cannabis, tracce di feci e altri contaminanti rilevati nell’88% dei campioni analizzati: lo studio

Dall’analisi di 90 campioni di hashish (resina di cannabis) acquistati nell’area metropolitana di Madrid è emerso che l’88% di essi non era adatto al consumo umano a causa della contaminazione di agenti adulteranti, tracce di feci e altre sostanze estranee. In alcuni casi i batteri fecali superavano di 500 volte i livelli consentiti per legge per la frutta venduta in Europa e la cannabis negli Stati Uniti.
A cura di Andrea Centini
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Circa il 90 percento dei campioni di cannabis (hashish) acquistati per strada nell'area di Madrid contiene tracce di feci umane, oltre a diversi altri contaminanti che rendono la sostanza non adatta al consumo umano. Lo ha dimostrato un team di ricerca spagnolo guidato da ricercatori dell'Università Alfonso X el Sabio di Madrid, che hanno collaborato con i colleghi del Dipartimento di Anatomia ed Embriologia dell'Università Complutense. Si tratta di risultati interessanti anche per gli altri Paesi, dato che la droga venduta nella capitale spagnola arriva principalmente dall'estero, così come altrove in Europa.

Campioni. Gli scienziati, coordinati dal professor Manuel Pérez Moreno, docente presso il Dipartimento di Farmacologia dell'ateneo madrileno, hanno acquistato 90 campioni di hashish nell'arco di 12 mesi tra Madrid e zone limitrofe; una parte aveva la forma di ghianda, mentre l'altra quella di lingotto. Sessanta campioni sono stati sottoposti ad analisi dell'odore e rilievo di sostanze contaminanti e adulteranti, sia di origine sintetica che microbiologica; gli altri trenta sono stati testati per la presenza dell'Escherichia coli, un batterio che vive normalmente nel nostro intestino ma che occasionalmente può trasformarsi in un pericoloso patogeno, soprattutto perché sta manifestando segnali di resistenza agli antibiotici.

Risultati. Dalle analisi condotte da Perez Moreno e colleghi è emerso che sostanze contaminanti ed estranee (come capelli, plastica e fibre tessili) sono state rilevate nel 64,7 percento dei campioni a forma di lingotto e nel 30,2 percento di quelli a forma di ghianda. Questi ultimi erano tuttavia significativamente più esposti ai batteri fecali: li conteneva infatti ben il 93 percento di essi, rispetto al 29,4 percento dei campioni a forma di lingotto. In alcuni casi la contaminazione di tracce fecali rilevata era centinaia di volte superiore ai limiti consentiti per legge per la frutta in Europa e per la cannabis negli Stati Uniti. Non a caso il 40 percento dei campioni contaminati da Escherichia coli aveva un evidente odore di escrementi umani. Ciò, spiegano gli studiosi, dipende quasi sicuramente dal metodo di trasporto dell'hashish, che viene ingoiato nel paese di confezionamento ed espulso con le feci in quello di destinazione (anche se protetto da involucri, il rischio di contaminazione resta comunque elevato). Il 10 percento dei campioni era contaminato anche da funghi del genere Asergillus; si tratta di muffe generalmente innocue – anche se in alcuni casi possono produrre infezioni (le aspergillosi) e sostanze cancerogene chiamate aflatossine – ma che possono rappresentare un problema per i soggetti con asma e sistema immunitario debilitato. In generale gli scienziati spagnoli hanno determinato che l'88,3 percento dei campioni analizzati era inadatto al consumo umano e che dunque la vendita illegale di questa sostanza rappresenta un problema di salute pubblica. I dettagli della ricerca sono stati pubblicati sulla rivista scientifica Foreign Science International.

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