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Cancro, super nanoparticelle uccidono col calore i tumori difficili da raggiungere

Ricercatori americani dell’Università Statale dell’Oregon hanno messo a punto super nanoparticelle che, una volta iniettate nel sangue, si accumulano sui tumori difficili da raggiungere e li uccidono attraverso il calore. La tecnica, testata con successo con i topi, getta le basi per terapie combinate rivoluzionarie.
A cura di Andrea Centini
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Create super nanoparticelle in grado di intercettare e uccidere i tumori difficili da raggiungere, attraverso un meccanismo di riscaldamento chiamato ipertermia magnetica. In parole semplici, una volta iniettate per via endovenosa le nanoparticelle raggiungono il sito del tumore difficile da trattare – come quello alla prostata e alle ovaie – e si accumulano; dopo la biodegradazione del guscio protettivo vengono esposte a un campo magnetico alternato o AMF che le riscalda oltre i 38° centigradi, sufficienti ad uccidere le cellule tumorali attraverso il processo di apoptosi (o suicidio cellulare).

Ricerca americana. A mettere a punto le rivoluzionarie nanoparticelle è stato un team di ricerca americano composto da scienziati del College di Farmacia e della Scuola di Ingegneria Elettronica e Informatica presso l'Università Statale dell'Oregon, Stati Uniti. Gli scienziati, coordinati dai professori Olena Taratula e Oleh Taratula, docenti presso il Dipartimento di Scienze Farmaceutiche dell'ateneo di Cornvallis, da tempo cercavano una soluzione per adattare la tecnica dell'ipertermia magnetica ai tumori difficili da raggiungere. Per quelli più superficiali, infatti, è possibile iniettare con una siringa le nanoparticelle direttamente nel sito del tumore, mentre per il carcinoma ovarico e quello alla prostata questa procedura non è facilmente applicabile.

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Aggirare il problema. Per superare questo ostacolo i Taratula e i colleghi hanno sviluppato degli speciali nanocluster, nanoparticelle di ossido di ferro a forma di esagono che portano un carico di cobalto e manganese, racchiuse in microscopici involucri biodegradabili. Le nanoparticelle vengono iniettate per via endovenosa (sistemica) e raggiungono come un missile a ricerca il sito del tumore, dove l'involucro biodegradabile si disperde e dà il via al processo di riscaldamento che uccide le cellule malate. La tecnica è stata testata con efficacia sui topi, nei quali erano stati iniettati dei tumori ovarici sotto la pelle.

Speranze. “La nostra nuova nanopiattaforma è una pietra miliare per il trattamento dei tumori difficili da raggiungere con ipertermia magnetica, una dimostrazione di fattibilità, e i nanocluster potrebbero potenzialmente essere ottimizzati per un'efficienza di riscaldamento ancora maggiore”, ha dichiarato Olena Taratula. I benefici dell'ipertermia magnetica sono molteplici, poiché oltre a uccidere i tumori possono migliorare anche l'efficacia di altre terapie combinate come l'immunoterapia, la chemioterapia e la radioterapia. Nei prossimi test gli scienziati proveranno a colpire i tumori nelle loro sedi originali e diminuire il riscaldamento che si manifesta anche nei tessuti sani. I dettagli della ricerca sono stati pubblicati sull'autorevole rivista scientifica ACSNano.

[Foto credit: Tetiana Korzun]

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