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Cancro, scienziati italiani scoprono le “cellule di origine”: nuove speranze per la cura

Ricercatori italiani dell’Università di Salford e dell’Università della Calabria hanno identificato le “cellule di origine” del cancro, specifiche cellule staminali tumorali (CSC) molto energetiche, che sono alla base delle metastasi e della proliferazione della malattia. Riuscire a colpirle potrebbe trasformare il cancro in una malattia cronica come il diabete. Esiste già un farmaco approvato in grado di ucciderle, il Ribociclib.
A cura di Andrea Centini
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Ricercatori italiani hanno identificato un particolare gruppo di cellule staminali tumorali (CSC) chiamato "cellule di origine", le uniche che possono dar vita a nuovi tumori e che sono alla base delle metastasi. Si tratta del bersaglio oncologico per eccellenza, quello che gli scienziati cercano di colpire da anni e che potrebbe portare a terapie rivoluzionarie. Secondo gli autori della scoperta esisterebbe già un farmaco in grado di ucciderle, il Ribociclib. Se gli studi clinici confermeranno la reale efficacia terapeutica contro queste cellule, il cancro potrebbe essere trasformato in una malattia cronica alla stregua del diabete, e non essere più quel “mostro” che uccide una persona su sei nel mondo. Ma procediamo con ordine.

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La ricerca. A individuare le “cellule di origine” sono stati tre ricercatori della Scuola di Scienze della Vita e dell'Ambiente dell'Università di Salford (Regno Unito) e del Dipartimento di Farmacia, Salute e Scienze Nutrizionali presso l'Università della Calabria di Cosenza. Gli studiosi, Marco Fiorillo, Federica Sotgia e Michael P. Lisanti, analizzando cellule tumorali di un carcinoma mammario (cancro al seno) hanno osservato che le cellule staminali del cancro sono appena lo 0,2 percento del totale. Esse presentano caratteristiche peculiari come una grande produzione di energia e un tasso di proliferazione molto rapido. Fortunatamente le e-CSC (cellule staminali tumorali “energetiche”) possono essere facilmente individuate grazie alla loro colorazione, legata alle concentrazioni di flavina. In pratica presentano un “naturale bagliore fluorescente”, come dichiarato dal professor Lisanti, docente di Medicina Traslazionale presso l'ateneo di Manchester.

Terapie rivoluzionarie. Queste cellule crescono in sospensione e non hanno bisogno di un ancoraggio sul tessuto per proliferare; è per questa ragione che formano le metastasi, cellule impazzite che viaggiano nell'organismo – attraverso il flusso sanguigno e i vasi linfatici – facendo attecchire i nuovi tumori. Ora che sono state identificate (con buona probabilità) possono essere sviluppati farmaci in grado di colpirle e ucciderle. Gli autori dello studio hanno già dimostrato che possono essere bersagliate efficacemente con gli inibitori di OXPHOS (DPI) o un inibitore di CDK4 / 6 come il Ribociclib. Questo farmaco è stato già approvato dalla FDA (Food and Drug Administration americana) e potrebbe essere alla base di terapie rivoluzionarie. I dettagli della ricerca sono stati pubblicati sulla rivista scientifica specializzata Frontiers in Oncology.

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