595 CONDIVISIONI
video suggerito
video suggerito

Vaccino contro i tumori sempre più vicino: come funziona il mix di farmaci ‘italiano’

Due team di ricerca, uno italiano e uno americano, sono riusciti a ridurre e in alcuni casi a eliminare completamente il cancro grazie a specifiche combinazioni di farmaci. Tecniche efficaci sui topi, c’è attesa per la sperimentazione sull’uomo.
A cura di Andrea Centini
595 CONDIVISIONI
Immagine

Sperimentate con successo due tecniche innovative in grado di ridurre e, in determinati casi, persino eliminare completamente il cancro dall'organismo. L'importante traguardo è stato raggiunto parallelamente da due distinti team di ricerca, uno italiano e uno statunitense, e sebbene sia ancora lontano dal poter sbocciare in un trattamento clinico – al momento i test sono stati condotti solo su topi -, i composti sperimentati sono estremamente promettenti nella serrata lotta contro i tumori. Scopriamo cosa è emerso dalle indagini delle due equipe di scienziati.

Lo studio italiano

I ricercatori del Dipartimento di Oncologia sperimentale presso l'Istituto Oncologico Europeo (IEO) e dell'Istituto Italiano di Tecnologia (IIT) hanno messo a punto una combinazione di farmaci per contrastare i cosiddetti linfomi “double hit” (doppio colpo), tra i più difficili da curare. Così chiamati per la presenza di una coppia di oncogeni, il Myc e il Bcl2 alla base della complessità nell'eradicarli, questi linfomi sono stati trattati con successo grazie alla tigeciclina – un vecchio antibiotico – in sinergia con un farmaco antitumorale, il venetoclax. I topi colpiti da un linfoma a cellule B affine a quello umano hanno risposto positivamente al trattamento, mostrando una riduzione sostanziale della massa tumorale. In un caso, il team coordinato dal professor Bruno Amati dello IEO ha ottenuto persino una guarigione completa. Il mix di farmaci funziona perché è in grado di ripristinare il processo di apoptosi (suicidio) nelle cellule tumorali catalizzato dall'antibiotico. In parole semplici, il venetoclax – approvato nel 2017 – inattiva l'oncogeno Bcl2 che protegge il tumore, permettendo alla tigeciclina di agire con successo. Al momento, come indicato, i farmaci hanno funzionato con efficacia su modelli murini, ma i ricercatori italiani sperano di avviare la sperimentazione clinica (sull'uomo) entro la fine del 2018.

Lo studio statunitense

Il team di ricerca dell'Università di Stanford coordinato dal professor Ronald Levy ha raggiunto un risultato analogo a quello dei colleghi italiani, sfruttando tuttavia la cosiddetta immunoterapia. Recentemente si è scoperto che catalizzando l'azione del sistema immunitario è possibile combattere il cancro, e il professor Levy è proprio uno dei pionieri di questa promettente strategia. In esperimenti con i topi il suo team ha scoperto che, iniettando due specifiche sostanze in grado di attivare il sistema immunitario direttamente nel sito della massa tumorale, non solo il tumore viene totalmente cancellato, ma vengono aggredite anche le metastasi eventualmente in circolo. La tecnica, chiamata “vaccinazione in situ”, si basa sull'azione sinergica di un cosiddetto ligando TLR e di un anticorpo anti-OX40. Le due sostanze risvegliano le cellule T del sistema immunitario che aggrediscono chirurgicamente il cancro. Anche in questo caso, la speranza è che la sperimentazione clinica possa partire al più presto. I risultati dello studio italiano e di quello americano sono stati pubblicati sulla rivista scientifica Science Translational Medicine.

[Credit: Herney]

595 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views