Cancro: l’olio di cannabis vaporizzato può incrementare il rischio
Un team di ricerca del Medical Marijuana Research Institute di Tempe (Arizona) ha dimostrato che inalare l'olio di cannabis vaporizzato può esporre i consumatori a sostanze potenzialmente cancerogene per l'organismo. A finire nel mirino degli studiosi, coordinati dai dottori William Troutt e Matthew DiDonato, sono gli agenti chimici che normalmente vengono utilizzati nel processo di riscaldamento e conseguente vaporizzazione dell'olio di canapa.
Lo studio, plasmato attorno a ricerche analoghe che avevano già evidenziato l'esposizione a carbonili nocivi durante l'utilizzo delle sigarette elettroniche, ha valutato l'impatto di quattro specifici agenti diluenti, quando vengono riscaldati a 230° centigradi in associazione all'olio di cannabis. Essi sono glicole propilenico (PG); glicerina vegetale (VG); glicole polietilenico 400 (PEG 400) e trigliceridi a catena media (MCT). Gli studiosi li hanno testati più volte analizzando le concentrazioni di acetaldeide, acroleina e formaldeide presenti nei vapori prodotti. La prima è una sostanza tossica e irritante con effetti cancerogeni; la seconda è tossica per il fegato e irritante per la mucosa dello stomaco, mentre la terza è nota per essere un potentissimo battericida, spesso utilizzato per conservare campioni museali e di laboratorio.
Dalle analisi è emerso che, quando vengono scaldati a 230° centigradi, glicole propilenico e glicole polietilenico 400 producono elevate concentrazioni di acetaldeide e formaldeide. In particolare, con una singola inalazione di vapori prodotti dal PEG 400 si assume l'1,12 percento di dose giornaliera limite per la formaldeide. È una quantità di poco inferiore a quella legata al consumo di una singola sigaretta. Gli studiosi sottolineano che sarà necessario condurre ulteriori approfondimenti, tuttavia ritengono doveroso che i consumatori di olio di cannabis vaporizzato siano consapevoli delle sostanze potenzialmente nocive alle quali si espongono. I dettagli della ricerca sono stati pubblicati sulla rivista scientifica The Journal of Alternative and Complementary Medicine (JACM).