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Cancro, in Italia aumentano i pazienti in vita dopo la diagnosi: +53% rispetto al 2010

L’Associazione Italiana di Oncologia Medica (AIOM) ha affermato che dal 2010 ad oggi, i pazienti in vita dopo la diagnosi di cancro sono aumentati di oltre un milione, passando da 2 milioni e 250mila a 3 milioni e 460mila. Si tratta di un aumento del 53 percento, che sottolinea i passi in avanti compiuti dall’assistenza e dalla ricerca oncologica nel nostro Paese. Nonostante questi dati virtuosi, c’è ancora un ampio margine di miglioramento.
A cura di Andrea Centini
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In occasione della Giornata Mondiale per la lotta contro il cancro, che si celebra ogni anno il 4 febbraio, l'Associazione Italiana di Oncologia Medica (AIOM) ha diffuso nuovi dati incoraggianti sulla sopravvivenza ai tumori nel nostro Paese, benché ci sia ancora un notevole margine di miglioramento, anche in virtù delle differenze che si riscontrano tra Nord e Sud. Uno dei dati più significativi riguarda i pazienti in vita dopo la diagnosi di un tumore; in soli dieci anni, infatti, sono aumentati del 53 percento. Se nel 2010 erano 2 milioni e 250mila, oggi le cifre indicano che sono oltre un milione in più, ovvero 3 milioni e 460mila. “Un risultato molto importante, che dimostra i passi in avanti realizzati nell’assistenza oncologica e che colloca il nostro Paese ai vertici in Europa e nel mondo”, ha sottolineato l'AIOM nel comunicato stampa rilasciato in occasione della giornata mondiale.

Come specificato, tuttavia, vigono differenze notevoli a livello regionale. Al Sud, a esempio, l'adesione e la copertura degli screening è considerata ancora troppo bassa. Anche l'accesso alle terapie migliori e ai test in grado di approfondire meglio l'analisi molecolare del tumore sono disponibili solo in alcune regioni. È proprio alla luce di queste discrepanze, che possono avere un impatto significativo sulle possibilità di guarigione e sulla qualità della vita dei pazienti, che il motto scelto quest'anno per celebrare la giornata mondiale contro il cancro è I am and I will, Io sono e sarò. È stato scelto per sottolineare l'importanza dell'impegno di ciascuno per combattere questa poliedrica famiglia di malattie, un impegno, spiega AIOM, “che si traduce anche nel garantire a tutti le stesse opportunità di cura, eliminando le differenze territoriali”.

Nonostante i progressi compiuti dalla ricerca, dall'introduzione di nuovi farmaci e terapie talvolta rivoluzionarie, le nuove diagnosi di cancro continuano a crescere di anno in anno. Come sottolineato dal Presidente di AIOM Giordano Beretta, nel 2008 le diagnosi stimate furono 12 milioni in tutto il mondo; nel 2018 sono diventate oltre 18 milioni. Numeri in crescita che, se non faremo nulla per cambiare le nostre abitudini, compieranno un ulteriore balzo in avanti nei prossimi 20 anni: secondo l'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), infatti, in due decadi le diagnosi di tumore potrebbero aumentare del 60 percento. Proprio contro la diffusione di stili di vita non salutari (e in parte contro i fattori ambientali) punta il dito il dottor Beretta, a capo dell’Oncologia Medica presso l’istituto Humanitas Gavazzeni di Bergamo. Lo scienziato sottolinea tuttavia l'eccellenza dell'assistenza oncologica nel nostro Paese, tra le migliori in Europa e nel mondo. Lo testimoniano i dati sulla sopravvivenza a 5 anni dalla diagnosi dei tumori più diffusi, le cui percentuali risultano migliori rispetto alla media europea. Per esempio, per il cancro al seno in Italia la sopravvivenza risulta dell'86 percento, mentre la media UE è dell'83 percento; per quanto concerne il cancro al colon la sopravvivenza in Italia 64 percento, contro il 60 percento della media UE. Tali differenze si riscontrano anche per altre neoplasie.

AIOM conclude sottolineando che in Italia, nel 2019, le nuove diagnosi di cancro sono state 371mila, circa 2mila in meno rispetto all'anno precedente. Questa differenza, ha spiegato il dottor Beretta, è legata anche alla maggiore diffusione dello screening per il colon retto, grazie al quale è stato possibile individuare e rimuovere numerose lesioni precancerose, prima che si trasformassero in una vera e propria neoplasia.

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