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Cancro alle ovaie, intelligenza artificiale predice sopravvivenza ed efficacia dei trattamenti

Un team di ricerca internazionale guidato da scienziati dell’Imperial College di Londra ha messo a punto un’intelligenza artificiale che predice il tasso di sopravvivenza e l’efficacia dei trattamenti del cancro alle ovaie. Addestrata sui dati di 364 pazienti, il software formula un punteggio sulla base della forma, delle dimensioni, della struttura e della composizione genetica del tumore.
A cura di Andrea Centini
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Un'innovativa intelligenza artificiale è in grado di predire il tasso di sopravvivenza delle pazienti colpite da cancro ovarico, inoltre può prevedere quale terapia è più opportuno intraprendere in base al singolo caso. Il software, che punta a migliorare la medicina personalizzata, è stato messo a punto da un team di ricerca internazionale guidato da studiosi del Cancer Imaging Centre dell'Imperial College di Londra, che hanno collaborato a stretto contatto con i colleghi del Dipartimento di Oncologia “Sir Peter McCallum” dell'Università di Melbourne (Australia) e del The Royal Marsden NHS Foundation Trust.

La ricerca. Gli scienziati, coordinati dal professor Eric O. Aboagye, docente presso il Dipartimento di Chirurgia e Cancro della Facoltà di Medicina dell'ateneo londinese, hanno “addestrato” l'intelligenza artificiale sottoponendo al software – chiamato TEXLab – le caratteristiche dei tumori alle ovaie di 364 pazienti, tutte seguite tra il 2004 e il 2015. A partire dalle scansioni CT (tomografie computerizzate) l'IA ha valutato parametri come struttura, forma e dimensioni di ciascun tumore, inoltre è stata arricchita con informazioni sulla composizione genetica. Elaborando tutti questi valori relativi a un cancro ovarico il software è in grado di determinare con precisione la prognosi delle pazienti.

Medicina personalizzata. L'intelligenza artificiale assegna un punteggio – chiamato Radiomic Prognostic Vector (RPV) – a ciascuna paziente, con una scala che va dal lieve al grave. Più risulta alto il punteggio RPV e maggiore è il tasso di mortalità; ad esempio, il 5 percento delle pazienti con l'RPV più elevato ha manifestato una sopravvivenza inferiore ai due anni. L'accuratezza sulla previsione della morte è risultata essere quattro volte maggiore rispetto ai metodi tradizionali basati su esami del sangue. L'RPV è anche un indicatore di quanto possono essere efficaci chemioterapia e trattamenti chirurgici (punteggi alti equivalgono a maggiori difficoltà di trattamento), per questo l'esame può indirizzare le pazienti verso cure alternative e potenzialmente più efficaci. Il cancro alle ovaie ha un tasso di sopravvivenza a lungo termine soltanto del 35-40 percento, poiché spesso viene diagnosticato quando ormai è troppo tardi. Grazie al supporto dell'intelligenza artificiale queste percentuali potrebbero essere sensibilmente ridotte. I dettagli della ricerca sono stati pubblicati sull'autorevole rivista scientifica Nature Communications.

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