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Cancro al seno, primo bimbo nato da donna guarita grazie a nuova tecnica di fecondazione in vitro

È nato il primo bambino da una donna sopravvissuta al cancro al seno grazie a una nuova tecnica di fecondazione in laboratorio, chiamata “maturazione in vitro degli ovociti” (IVM). I suoi ovociti immaturi furono prelevati 5 anni fa, quando le fu diagnosticato un carcinoma mammario al terzo stadio; grazie alla nuova procedura, dopo la guarigione ha potuto dare alla luce il suo Jules.
A cura di Andrea Centini
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Una donna sopravvissuta al cancro al seno ha dato alla luce il primo bambino nato grazie a un'innovativa procedura di fecondazione in vitro, chiamata “maturazione in vitro degli ovociti” (IVM). Il piccolo si chiama Jules ed è venuto al mondo a luglio dello scorso anno, ma la notizia della sua nascita è stata annunciata soltanto oggi nell'articolo “First birth achieved after fertility preservation using vitrification of in vitro matured oocytes in a woman with breast cancer”, pubblicato sull'autorevole rivista scientifica Annals of Oncology.

Quando a una donna viene diagnosticato un carcinoma mammario, a causa degli effetti collaterali dei farmaci chemioterapici (che possono indurre sterilità), normalmente gli oncologi propongono alla loro assistita di sottoporsi a un trattamento ormonale, per far maturare gli ovociti ed estrarli al fine di un utilizzo futuro. C'è anche la possibilità di prelevare e congelare il tessuto ovarico. Se il cancro diagnosticato è sensibile agli ormoni, come spesso accade, le pazienti oltre alla chemioterapia vengono sottoposte a una terapia che induce la menopausa per un quinquennio, per ridurre il rischio di recidiva, ovvero che il cancro si ripresenti. In alcuni casi le neoplasie sono così avanzate che non c'è tempo per procedere al trattamento di maturazione degli ovociti – le pazienti rischierebbero di aggravarsi -, ed è proprio in situazioni come queste che entra in gioco la nuova tecnica messa a punto dai medici dell’Ospedale Universitario Antoine Béclère di Clamart, non lontano da Parigi.

Cinque anni fa a una ragazza francese di 29 anni fu diagnosticato un carcinoma mammario al terzo stadio, positivo ai recettori sia degli estrogeni sia del progesterone; per questa ragione i medici guidati dal dottor Michael Grynberg le proposero l'asportazione del tessuto ovarico in laparoscopia, un intervento che decise di rifiutare. Così si optò per l'innovativa IVM. In parole semplici, con questa tecnica gli ovociti vengono prelevati immaturi, fatti maturare in laboratorio (in vitro) nel giro di 48 ore e successivamente congelati attraverso una tecnica chiamata vitrificazione. Alla donna furono asportati 7 ovociti, sei dei quali sono sopravvissuti. A cinque anni di distanza sono stati fatti scongelare e fecondare, prima dell'impianto nell'utero della donna, che nel frattempo era guarita dal cancro e aveva superato il ciclo di menopausa forzato. Il risultato di questo virtuoso percorso è stato la pionieristica nascita di Jules.

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