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Cancro al seno: le metastasi si diffondono prima della formazione del tumore

Due team di ricercatori americani e tedeschi hanno scoperto che le metastasi legate al cancro al seno, e probabilmente anche al melanoma e al cancro al pancreas, proliferano nell’organismo prima che si formi il tumore vero e proprio.
A cura di Andrea Centini
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La comprensione dei meccanismi biologici legati alla formazione e alla proliferazione delle metastasi rappresenta la chiave di volta per sconfiggere definitivamente il cancro, una malattia subdola e multiforme che, agli occhi degli scienziati, presenta ancora diversi lati oscuri. Un nuovo tassello a suffragio di questa lotta, portata avanti con passione nei laboratori di tutto il mondo, giunge dai ricercatori della prestigiosa Icahn School of Medicine at Mount Sinai di New York e dall'università tedesca di Ratisbona, i quali, attraverso l'analisi di biopsie e studi condotti su modelli murini (topi), hanno evidenziato che le metastasi legate al cancro al seno si sviluppano e diffondono nell'organismo in modo “precoce e silenzioso”, prima della formazione del tumore stesso. Un simile modello di aggressività veicolato da cellule anomale, hanno spiegato gli studiosi coordinati da Julio Aguirre-Ghiso e Christoph Klein, potrebbe essere rilevato anche nel cancro al pancreas e nel melanoma, due tra le neoplasie più temute e diffuse.

Lo studio, i cui dettagli sono stati pubblicati sull'autorevole rivista scientifica Nature, dimostra che queste cellule impazzite, dopo aver invaso i vari organi, possono restare quiescenti per diverso tempo ma soprattutto invisibili alla chemioterapia (che attacca solo cellule in attività), per poi esplodere con metastasi ancor più aggressive e in grado di mettere seriamente in pericolo la vita del paziente. Il lato positivo di questa scoperta risiederebbe proprio nella maggior comprensione dei meccanismi di sviluppo e proliferazione delle metastasi: “i nostri risultati – ha sottolineato il professor Julio Aguirre-Ghiso – potrebbero fare luce su fenomeni giudicati tuttora inspiegabili, come ad esempio il fatto che il 5% dei pazienti oncologici nel mondo presenti metastasi pur non avendo un tumore originario e, soprattutto, potrebbero spiegare perché sia così difficile trattare il cancro una volta che si è diffuso”.

L'importante ricerca condotta nei laboratori americani e tedeschi è suffragata dai risultati incoraggianti di un altro studio, anch'esso pubblicato su Nature in questi giorni. Un'equipe dell’Istituto per la ricerca in biomedicina (IRB) di Barcellona, coordinata dal professor Salvador Aznar Benitah, avrebbe scoperto il meccanismo legato alla formazione delle metastasi nel carcinoma della bocca, sviluppando successivamente un farmaco in grado di bloccare la proliferazione delle cellule maligne. Benché soddisfatti dai risultati, gli studiosi precisano che al momento tale metodo risulta efficace solo sui topi e che potrebbero volerci anni prima di avviare la sperimentazione sull'uomo.

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