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Cambiamenti climatici, le Cascate Vittoria “prosciugate” dalla siccità estrema: le immagini

L’Africa meridionale è stata colpita da un periodo di siccità talmente estremo che le magnifiche Cascate Vittoria (Victoria Falls) risultano quasi prosciugate. Le immagini scattate in questi giorni mostrano pareti rocciose spoglie e vegetazione ingiallita. Le temperature elevatissime, catalizzate dai cambiamenti climatici, stanno avendo un impatto su ambiente, agricoltura e turismo, dato che le cascate rappresentano una delle principali attrazione della regione.
A cura di Andrea Centini
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Le Cascate Victoria "prosciugate" dalla siccità estrema
Le Cascate Victoria "prosciugate" dalla siccità estrema

Le meravigliose Cascate Vittoria (Victoria Falls), incastonate tra lo Zambia e la Repubblica dello Zimbawe, sono state quasi "prosciugate" dalla siccità estrema che sta colpendo l'Africa meridionale. Le recenti immagini scattate alla gola dove normalmente si tuffano i poderosi flussi d'acqua – oltre novemila metri cubi al secondo nella stagione delle piogge – mostrano una lunga parete rocciosa totalmente denudata. Benché in questo periodo dell'anno la portata delle cascate – che hanno un fronte di un chilometro e mezzo – possa ridursi a poche centinaia di metri cubi al secondo, in alcune zone non si registrava una secca così forte da almeno 25 anni. Al momento la portata è inferiore alla metà della media della stagione.

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A suffragarlo vi sono anche le immagini della vegetazione che circonda le cascate, normalmente investita da una costante e fittissima nebbia prodotta dall'azione dell'acqua, che è visibile a decine di chilometri di distanza. Le palme e gli altri alberi risultano invece ingialliti e secchi. Non si tratta soltanto di un grave problema ambientale; la siccità, infatti, sta avendo un impatto drammatico sull'agricoltura, inoltre le spettacolari cascate, originate dal fiume Zambesi, rappresentano una delle principali attrazioni turistiche della regione.

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Sono infatti incluse in due parchi nazionali, il Parco nazionale Mosi-oa-Tunya nello Zambia e il Parco nazionale delle Cascate Vittoria nello Zimbabwe, oltre ad essere classificate come Patrimonio Mondiale dell'Umanità dall'UNESCO. Vederle in questo stato è uno spettacolo deprimente per chiunque abbia avuto la fortuna di ammirarne la magnificenza con i propri occhi, quando l'acqua si tuffa con forza nella gola alta in media 130 metri.

La potenza delle Cascate Victoria nell'agosto del 2004. Credit: Shaka/Wikipedia
La potenza delle Cascate Victoria nell'agosto del 2004. Credit: Shaka/Wikipedia

Ora non restano che “rivoli”, flussi minori che si spera riacquisteranno la potenza perduta per donare nuova linfa vitale a un territorio fortemente minacciato dai cambiamenti climatici. A rendere lo scenario ancor più desolante l'assenza del fortissimo rumore che naturalmente producono le Cascate Vittoria, così chiamate per omaggiare l'omonima regina dall'esploratore scozzese David Livingstone, che le visitò attorno alla metà del XIX secolo. Ma le cascate avevano già un nome dato dagli autoctoni, ovvero Mosi-oa-Tunya, che significa letteralmente “Fumo che tuona”, descrivendo alla perfezione la foschia che normalmente le avvolge e il frastuono dell'acqua che scorre e precipita nel baratro. Il presidente dello Zambia Edgar Lungu, intervistato da SkyNews, ha sottolineato che i cambiamenti climatici sono un problema reale e che bisogna intervenire al più presto, se non si vorrà veder sparire un patrimonio come le Cascate Victoria.

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