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Cala l’inquinamento e l’Himalaya torna visibile: non accadeva da 30 anni

In India, per la prima volta in 30 anni, la catena montuosa del Dhauladhar è visibile a 200 km di distanza: la chiusura totale come protocollo di emergenza per fronteggiare l’epidemia di coronavirus sta facendo registrare un importante calo dell’inquinamento dell’aria nel Paese. Sui social lo stupore di alcuni residenti del Punjab che stanno condividendo foto e video del massiccio innevato.
A cura di Valeria Aiello
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L'Himalaya visto da Pathankot, una delle città più popolose del Punjab, in India, ora che l'inquinamento è calato in risposta al lockdown per il Coronavirus / Twitter
L'Himalaya visto da Pathankot, una delle città più popolose del Punjab, in India, ora che l'inquinamento è calato in risposta al lockdown per il Coronavirus / Twitter

Nello stato indiano del Punjab, a regalare spettacolo non sono solo le meraviglie del Tempio d’Oro di Amritsar. Da alcuni giorni, a quello che è uno dei luoghi mistici per eccellenza, si aggiunge l’esperienza di una contemplazione che nessuno avrebbe mai immaginato. Per la prima volta in 30 anni, i residenti della regione a Nord-Ovest dell’India che, come il resto del Paese, sono interessati dal lockdown per fronteggiare l’epidemia di coronavirus, possono ammirare l’incredibile ricchezza della natura che li circonda ma che finora era celata da livelli di inquinamento dell’aria fino a cinque volte più alti di quelli che sono i limiti di sicurezza globale.

L’Himalaya regala spettacolo in India

E così, aprendo le finestre o salendo sui tetti delle proprie case, alla meraviglia di poter finalmente respirare aria pulita (i livelli di gas serra nel Paese sono descritti come “incredibilmente bassi” in questi giorni) si somma lo stupore di riuscire ad osservare qualcosa di mai visto prima. “Dalle nostre case possiamo vedere chiaramente le montagne innevate. E non solo – dice Balbir Singh Seechewal, il Nirmala Sikh alla guida di numerose campagne contro l’inquinamento ambientale tra cui quella dei grandi fiumi del Punjab – . Di notte sono visibili anche le stelle. Non ho mai visto nulla di simile negli ultimi tempi”.

Sui social non mancano post con foto e video che mostrano il Dhauladhar innevato, uno dei massicci dell’Himalaya minore. “Non ho mai visto il Dhauladar dal tetto di casa mia, a Jalandhar – scrive su Twitter l’ex giocatore indiano di cricket, Harbhajan Singh – . Non avrei mai immaginato che fosse possibile. Un chiaro segnare dell’impatto che l’inquinamento ha avuto sulla nostra Madre Terra”.

I dati ufficiali sui livelli di inquinamento in India indicano che la chiusura totale come protocollo di emergenza che dal 22 marzo ha fermato quasi 1,4 miliardi di persone, limitando gli spostamenti e sospendendo anche le attività produttive della maggior parte delle industrie, ha portato a “un significativo miglioramento della qualità dell’aria” afferma il Consiglio centrale per il controllo dell’inquinamento nel Paese. Nella sola Delhi, nelle giornate del 22 e 23 marzo è stata registrata una riduzione del 44% delle polveri sottili (PM10) rispetto al giorno precedente.

Secondo il Data Intelligence Unit (DIU) di India Today, l’indice della qualità dell’aria è migliorato in media del 33% nella settimana del 16-27 marzo. “I dati mostrano che, in media, le città indiane avevano un indice di qualità dell’aria (AQI) di 115 tra il 16 e il 24 marzo e i miglioramenti si sono iniziati a registrare dal primo giorno di lockdown dei 21 previsti. L’AQI medio è sceso a 75 punti nei primi tre giorni di blocco si legge nel rapporto – . Nelle città industriali dell’India settentrionale, l’AQI è diminuito di oltre il 50%”.

Sempre i numeri ufficiali indicano che le misure di restrizione finora adottate hanno contribuito a mantenere sotto controllo la diffusione del Sars-Cov-2. In particolare, secondo gli ultimi dati diffusi dal Ministero della salute indiano, il numero totale di casi di Covid-19 ha superato i 5.000 contagi con oltre 150 morti (qui la mappa in tempo reale e le ultime notizie sulla situazione nel mondo).

Con il lockdown “mai visto nulla di simile”

Seechewal ritiene che il calo dellinquinamento debba essere considerato per adottare le opportune strategie affinché, una volta terminato il lockdown, non si torni ai livelli precedenti. “Non avrei mai immaginato – aggiunge – di vivere un mondo così pulito attorno a me. L’inimmaginabile è successo e questo mostra che nulla è impossibile. Dobbiamo lavorare insieme per mantenerlo così”.

La chiusura di aziende e attività produttive mostra “cosa è veramente la natura e come abbiamo rovinato l’aria – si legge sempre su Twitter – . La catena montuosa del Dhauladhar nell’Himachal Pradesh è visibile dopo 30 anni da Jalandhar ora che l’inquinamento è sceso a livelli più bassi. Si trova a circa 200 km di distanza”.

I livelli di inquinamento in risposta al lockdown per il Covid-19 stanno diminuendo non solo in India ma anche nel resto del pianeta e potrebbero far registrare “il più grande calo di CO2 dalla Seconda Guerra Mondiale” ritiene il Global Carbon Project che però prospetta una vittoria temporanea. “Non appena il blocco terminerà, le emissioni torneranno ai livelli precedenti”. Per gli esperti la riduzione delle emissioni sarà di breve durata e avrà un impatto limitato sulle concentrazioni di gas serra che si sono accumulate nell’atmosfera nel corso dei decenni.

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