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Cacciatori di frodo massacrano decine di gru e pubblicano le immagini sui social per vantarsi

Un vero e proprio massacro si è consumato all’interno di una riserva naturale di Tiro, città del Libano meridionale. Una banda di cacciatori di frodo ha attirato con trappole elettroacustiche stormi di gru impegnati nella migrazione annuale, e ha abbattuto un gran numero di esemplari a colpi di fucile. I bracconieri hanno pubblicato sui social diverse immagini che li ritraggono sorridenti vicino a un tappeto di carcasse.
A cura di Andrea Centini
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Un bracconiere esulta per il massacro delle gru. Credit: Facebook/CABS Italia - l'antibbracconaggio
Un bracconiere esulta per il massacro delle gru. Credit: Facebook/CABS Italia – l'antibbracconaggio

Decine, probabilmente centinaia di gru cenerine (Grus grus) sono state massacrate senza pietà da un gruppo di cacciatori di frodo in Libano. Gli uomini le hanno attirate con trappole elettroacustiche all'interno di una riserva naturale protetta di Tiro, città a un centinaio di chilometri a sud di Beirut, e le hanno abbattute a colpi di fucile una dopo l'altra. Questi grandi e magnifici uccelli in questo periodo dell'anno sono impegnati in una migrazione che attraversa il Libano meridionale, per questo i bracconieri hanno avuto vita particolarmente facile ad intercettare gli stormi e ad abbattere un numero considerevole (e imprecisato) di esemplari.

A rendere ancor più scioccante e raccapricciante l'episodio, la pubblicazione su Facebook di numerose immagini che ritraggono gli uomini vicino alle carcasse degli uccelli. In alcuni scatti si vedono i corpi adagiati sul terreno, in altri sono appesi a recinzioni fatiscenti, cancelli o esibiti sulle carrozzerie di grossi fuoristrada come trofei. Non paghi dell'azione criminale – questi animali sono rigidamente protetti anche in Libano -, i protagonisti del massacro si mostrano spesso sorridenti e tronfi accanto alle carcasse; in un caso un bracconiere sul retro di un pick-up (pieno di corpi) lancia in aria una gru in segno di "vittoria".

A diffondere la notizia della mattanza delle gru l'associazione CABS Italia – l'antibracconaggio, che sta raccogliendo e divulgando informazioni sull'accaduto assieme ad alcuni partner internazionali: Society for the Protection of Nature in Lebanon, MESHC Anti-Poaching Unit e Association for Bird Conservation in Lebanon. L'uccisione di così tanti animali indifesi ha mobilitato anche le forze dell'ordine, e come riporta la pagina Facebook delle “Lebanese Internal Security Forces", sono stati già eseguiti alcuni arresti. Nello specifico, l'unità di gendarmeria ha imprigionato tre giovani libanesi di 26, 34 e 40 anni, che sono tutti sospettati di far parte della banda criminale autrice della mattanza.

Il primo dei tre ha negato il coinvolgimento nella sparatoria, ma ha ammesso di essere stato pagato dai bracconieri per "pulire" le carcasse delle gru (è un ex macellaio); gli altri due hanno invece dichiarato di trovarsi in zona per un picnic, e di aver ricevuto alcune carcasse dai cacciatori di frodo per rivenderle; quando sono rientrati in città hanno chiesto a un macellaio di Burj Al-Shamali di trattarle, come riporta Society for the Protection of Nature in Lebanon.

CABS Italia spiega che è impossibile sapere quanti uccelli siano stati massacrati, ma ritiene che si tratti di numeri “esorbitanti”. Moltissime gru sarebbero state ferite, e alcune di quelle che hanno provato a fuggire dalla trappola mortale hanno perso del sangue che avrebbe colpito anche alcuni testimoni, secondo la descrizione fornita da CABS. La mattanza sarebbe andata avanti per un paio di ore e nessun membro delle forze dell'ordine si sarebbe presentato nella riserva. Fortunatamente, alcuni degli esemplari scampati alle fucilate sono stati presi in custodia dai centri di recupero di fauna selvatica.

Secondo le stime di Society for the Protection of Nature in Lebanon sarebbero milioni gli uccelli migratori uccisi illegalmente nel Paese ogni anno, tra i quali anche moltissimi pellicani. Le associazioni animaliste e ambientaliste libanesi si battono strenuamente affinché queste pratiche barbare vengano perseguite con tutta la severità che meritano, ma l'uccisione degli uccelli migratori, e in particolar modo delle maestose gru – che possono arrivare a un'apertura alare di 2,40 metri – sembra essere considerata un gesto di maestria tra i bracconieri, pertanto ne vengono incentivati gli abbattimenti. Una sorte simile tocca anche a molti rapaci nel nostro Paese.

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