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C’è una galassia nascosta ed ‘esplosiva’ lontana dalla Via Lattea: la scoperta di Hubble

La galassia, chiamata SGAS J111020.0+645950.8, è stata osservata combinando i dati di Hubble con analisi computazionali e sfruttando il fenomeno della lente gravitazionale, che ha mostrato la sua luce di ben 11 miliardi di anni fa.
A cura di Andrea Centini
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Un team di astronomi provenienti da vari atenei americani e coordinati dall'Università del Michigan è riuscito a osservare un'antichissima galassia, la cui luce risale a ben undici miliardi di anni fa, quando l'Universo si trovava ancora in uno stato primordiale, ad ‘appena' 2,7 miliardi di anni dal Big Bang che lo ha originato. Le straordinarie immagini sono state ottenute elaborando i dati raccolti dal celebre Telescopio Spaziale Hubble, che pur essendo potentissimo, non lo è abbastanza per poter fornire una panoramica dettagliata di oggetti così lontani.

Gli studiosi, guidati dalla dottoressa Traci Johnson dell'università di Ann Harbor, si sono infatti avvalsi di algoritmi matematici e del cosiddetto fenomeno della lente gravitazionale, sfruttando la distorsione della luce dovuta a un ammasso di galassie sito a sei miliardi di anni luce dalla Terra, che si trova proprio tra l'occhio del telescopio orbitante e l'antichissimo bersaglio. Tale fenomeno era stato ipotizzato già da Albert Einstein, e recentemente è stato utilizzato persino per misurare la massa di una stella, Stein 2051B. Il virtuoso calcolo, compiuto da astrofisici dello Space Telescope Science Institute (Stsci) di Baltimora, ha confermato nuovamente la Teoria della Relatività Generale del celeberrimo fisico e filosofo tedesco.

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Con la tecnica della lente gravitazionale, in parole semplici, si riesce ad amplificare la luce emessa da oggetti lontanissimi, e nel caso specifico i ricercatori sono riusciti a ottenere un ingrandimento di trenta volte della galassia primordiale SGAS J111020.0+645950.8, grazie alla presenza dell'ammasso di galassie SDSS J1110+6459. Nell'immagine rielaborata con l'analisi computazionale, dievi volte più definita rispetto a quella originale di Hubble, gli studiosi hanno individuato brillanti aree di intensa formazione stellare, che si estendono per 200/300 anni luce. Si tratta di un dato interessante poiché sino ad oggi si riteneva che le aree di formazione stellare dell'Universo primordiale fossero molto più grandi, ovvero di circa 3mila anni luce.

Una ricostruzione della galassia SGAS J111020.0+645950.8
Una ricostruzione della galassia SGAS J111020.0+645950.8

I ricercatori sono rimasti piuttosto colpiti dai colori della galassia, che si presenta come un arco azzurro: “Quando abbiamo visto l’immagine ricostruita abbiamo detto ‘Wow, sembra che stiano esplodendo ovunque fuochi d’artificio'”, ha sottolineato l'astronoma Jane Rigby del Goddard Space Flight Center di Greenbelt (Maryland), che ha partecipato al progetto. Come tanti altri studiosi, il team della professoressa Johnson attende con trepidazione il lancio del James Webb Space Telescope, che con la sua potenza permetterà di indagare ancora più a fondo sulle galassie antiche e sull'Universo primordiale. I dettagli della studio sono stati pubblicati sulla rivista scientifica specializzata The Astrophysical Journal.

[Immagini di NASA/ESA]

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