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Blue Origin, terzo successo per il razzo A/R

Il razzo suborbitale ha compiuto il suo terzo viaggio di andata e ritorno senza equipaggio: il risultato fa sperare per test con equipaggio umano entro l’anno prossimo.
A cura di Nadia Vitali
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Se è vero che la conquista dello spazio è almeno in parte nelle mani dei privati, negli ultimi mesi ne stiamo avendo la prova: al momento due società stanno sviluppando veicoli di nuova generazione, in particolar modo razzi in grado di rientrare sulla Terra in modo da abbattere in qualche misura i costi. Obiettivi? Certamente, ma non solo, creare un nuovo mercato turistico interessato ad osservare le meraviglie della volta celeste da un punto di vista decisamente privilegiato.

La SpaceX di Elon Musk e la Blue Origin di Jeff Bezos si trovano attualmente nella fase di collaudo dei razzi riutilizzabili ma, mentre Falcon 9 ha fatto registrare due fallimenti per la SpaceX, il razzo New Shepard della Blue Origin si sta portando avanti nella competizione, con il terzo viaggio consecutivo conclusosi con un atterraggio perfetto lo scorso 2 aprile.

Certo, va detto che il razzo progettato da Bezos "vola più basso" (e non solo metaforicamente). A differenza di Falcon 9, infatti, New Shepard dovrebbe assestarsi sui viaggi sub orbitali ad esclusivo scopo turistico o, al massimo, per trasportare materiali nella bassa orbita terrestre; Musk, invece, punta a sviluppare un veicolo in grado di arrivare presso la Stazione Spaziale Internazionale per rifornirla e poi rientrare sulla Terra.

Lo scorso 2 aprile New Shepard, che porta il nome del primo astronauta americano nello spazio, ha raggiunto così l'altezza prevista di circa 103 chilometri per poi tornare indietro e atterrare in maniera perfetta. Naturalmente, il test non prevedeva un equipaggio. Tutto però sta andando esattamente come programmavano alla Blue Origin, il che fa sperare che i prossimi lanci con esseri umani a bordo potrebbero non essere troppo lontani: e, quindi, neanche i viaggi di piacere nello spazio.

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