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Blu di metilene, l’antico rimedio per una pelle giovane che sconfigge la malaria

Preparato la prima volta nel 1876, il blu di metilene è un composto chimico organico dalle molteplici applicazioni, come farmaco e colorante. Ecco tutto quello che c’è da sapere.
A cura di Andrea Centini
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Il blu di metilene, conosciuto anche col nome di metiltioninio cloruro, è un composto organico utilizzato come farmaco, colorante e sostanza reagente in numerose applicazioni, dalla biologia alla chimica, passando persino per l'acquacoltura e la cucina. Fu preparato per la prima volta nel 1876 dal chimico tedesco Heinrich Caro, e oggi viene ottenuto a livello industriale attraverso l'ossidazione di una composto con tiosolfato sodico, dimetilanilina e dimetil-p-fenilendiammina. Da quando ne furono scoperte le proprietà, il suo utilizzo in campo medico è stato ampio e variegato, sebbene attualmente non sia più raccomandato per determinati trattamenti. Resta comunque uno dei cosiddetti “farmaci essenziali” dell'Organizzazione mondiale della sanità (OMS). Ecco tutto quello che c'è da sapere sul blu di metilene.

Cos'è il blu di metilene

Il blu di metilene è un composto chimico organico che a temperatura ambiente si presenta allo stato solido e con un colore verde scuro; prende il suo caratteristico colore blu quando viene disciolto in acqua. È proprio nella forma liquida che manifesta tutte le sue vantaggiose proprietà; da quelle di semplice colorante per tessuti ad antidoto per veleni, antiparassitario, indicatore per reazioni chimiche e molto altro ancora.

Il blu di metilene in medicina

Il principale utilizzo del blu di metilene risiede nel trattamento della metaemoglobinemia, una condizione causata da livelli elevati di metaemoglobina nel sangue. La metaemoglobina è una specifica forma di emoglobina in cui l'atomo di ferro è presente nella forma Fe3+ (dopo l'ossidazione da Fe2+). Il blu di metilene riduce la metaemoglobina proprio perché agisce da agente riducente nella reazione chimica, portando l'emoglobina a Fe2+. In passato è stato ampiamente utilizzato anche come antidoto contro gli avvelenamenti da cianuro e per curare le infezioni del tratto urinario, ma oggi non è più raccomandato per tale scopo. Il blu di metilene è utile anche per la rimozione di polipi e per identificare determinate lesioni precancerose, grazie alla sua proprietà di colorante. Può inoltre essere sfruttato per seguire il drenaggio linfatico durante l'analisi dei tessuti. Nel trattamento di alcune patologie psichiatriche è stato usato come placebo, data la capacità di colorare di blu le urine, mentre combinato con la luce può trattare la psoriasi a placche.

Un potente antimalarico

Tra le altre proprietà medicinali del blu di metilene vi sono una potente azione antiparassitaria, in particolar modo contro batteri e protozoi responsabili di diffuse patologie, come la malaria e la malattia di Chagas. Sin dal 1891 questo composto è stato identificato dal medico Paul Ehrlich come un potenziale farmaco contro la malaria, tuttavia la sua applicazione non è stata sempre accolta con favore, soprattutto a causa dei effetti collaterali visivi, come la già citata colorazione di blu delle urine e quella della sclera dell'occhio (la parte bianca). Una ricerca condotta dall'Università Radboud in Mali ha tuttavia dimostrato che il blu di metilene uccide rapidamente il plasmodio (il parassita trasmesso dalle zanzare) rimuovendolo totalmente dall'organismo in soli due giorni. Ciò significa che riduce il rischio di complicazioni gravi nei pazienti e soprattutto diminuisce le possibilità che altre persone vengano contagiate. Il farmaco-colorante risulta efficace anche contro i ceppi resistenti ai farmaci antimalarici.

Rallenta l'invecchiamento della pelle

Una ricerca dell'Università del Maryland ha dimostrato che il blu di metilene può essere un efficace rimedio contro l'invecchiamento della pelle. Nei test condotti su cellule epidermiche sane e di pazienti affetti da progeria, una malattia che accelera l'invecchiamento, il composto chimico ha ridotto il tasso di morte cellulare e ha aumentato quello della divisione cellulare, manifestando una spiccata capacità antiossidante.

Effetti indesiderati

Benché la tossicità del blu di metilene non sia elevata, il suo utilizzo è assolutamente da evitare nei pazienti affetti da carenza di glucosio-6-fosfato deidrogenasi (una patologia strettamente connessa al favismo), nei quali provoca anemia emolitica. Tra gli effetti collaterali più comuni vi sono mal di testa, ipertensione, vomito e reazioni allergiche. Nei più gravi rientrano l'emolisi (rottura dei globuli rossi) e la sindrome da serotonina.

Uso in chimica e biologia

Il blu di metilene è uno degli indicatori di ossidoriduzione più utilizzati in chimica analitica, dato che le soluzioni che lo contengono diventano incolori o restano blu in base all'ambiente in cui si trovano (ossidante o riducente). Può inoltre essere sfruttato per effettuare test dell'acqua, generare perossidi organici, rilevare le concentrazioni di solfuro e molto altro ancora. In biologia viene utilizzato come colorante per evidenziare strutture cellulari – come quelle del nucleo – da osservare sotto al microscopio.

Acquacoltura e cucina

Gli appassionati di pesci tropicali usano il blu di metilene per trattare le infezioni fungine all'interno dei propri acquari, inoltre il composto risulta efficace per curare i pesci colpiti dal protozoo parassita Ichthyophthirius multifiliis. In cucina, soprattutto in passato, veniva utilizzato per dare un tocco di blu ai cibi.

[Credit: Amanda Slater]

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