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Biologa italiana scopre cosa fa il sistema immunitario quando si ‘ricorda’ di una malattia

Luigia Pace, 41 anni, ha scoperto il meccanismo della memoria cellulare che regola il sistema immunitario. La scoperta apre le porte a possibili nuovi trattamenti contro il cancro.
A cura di Andrea Centini
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La biologa italiana Luigia Pace ha scoperto un fondamentale meccanismo biologico che regola la memoria del nostro sistema immunitario, ovvero la sua capacità di rispondere a nuovi ‘attacchi' dopo aver già sperimentato la minaccia. Grazie a queste nuove conoscenze sulla risposta immunitaria, ottenute attraverso uno studio multidisciplinare che ha coinvolto immunologia, epigenetica e genomica molecolare, si aprono nuove prospettive per trattamenti di immunoterapia contro il cancro.

La dottoressa Pace, romana di 41 anni, ha condotto la sua ricerca all'Italian Institute for Genomic Medicine di Torino, dove è giunta grazie al finanziamento della Fondazione Armenise Harvard e della Compagnia di San Paolo dopo 10 anni di lavoro all'estero. Per presentare la scoperta ha descritto il nostro sistema immunitario come una sorta di esercito, i cui soldati sono rappresentati dai linfociti T (o cellule T). Essi si dividono in tre categorie distinte: i linfociti T naive, che difendono il nostro organismo e sono pronti a rispondere alle minaccie che si presentano (come ad esempio virus e batteri); i linfociti T effettori, cioè quelli incaricati di eliminare la minaccia dopo averla riconosciuta; e i Linfociti T della memoria, quelli che ‘ricordano' le precedenti aggressioni e sono pronti a rispondere rapidamente ed efficacemente qualora si presentasse nuovamente la stessa minaccia.

Quando il nostro organismo viene attaccato, i linfociti T naive proliferano in maniera esponenziale, esprimendo geni specifici per colpire l'invasore. Molti diventano linfociti T effettori, cioè le cellule killer destinate all'eliminazione della minaccia, mentre una piccola parte si trasforma nei linfociti T della memoria, che conservano l'identikit dell'aggressore. La dottoressa Pace e i suoi collaboratori hanno scoperto proprio il meccanismo epigenetico che determina il destino dei linfociti T naive, che è regolato dall'enzima Suv39h1 attraverso l'organizzazione dei geni. Poiché i processi epigenetici sono reversibili e in alcune patologie come il cancro i linfociti T effettori (i killer) perdono la propria efficacia, grazie alla scoperta della Pace potrebbe diventare possibile la riprogrammazione del sistema immunitario ‘a piacimento', per potenziarlo e renderlo di nuovo efficace contro il cancro. Ad esempio aumentando di numero i linfociti T effettori (destinati a morire) partendo da quelli della memoria. I dettagli dell'affascinante ricerca sono stati pubblicati sulla prestigiosa rivista scientifica Science.

[Credit: Jarmoluk]

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