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Bajadasaurus pronuspinax, l’assurdo dinosauro collo lungo con una spettacolare cresta spinosa

I paleontologi argenitini del CONICET e dell’Università Maimonides hanno descritto una nuova specie di spettacolare dinosauro sauropode, un ‘collo lungo’ vissuto 140 milioni di anni fa caratterizzato da una magnifica cresta di spine sul collo. Molto probabilmente era un’arma di difesa passiva per proteggersi dai predatori.
A cura di Andrea Centini
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Credit: Jorge A. González
Credit: Jorge A. González

I resti fossili di uno stranissimo dinosauro con una lunga cresta di spine sono stati scoperti in Patagonia (Argentina), all'interno del bacino di Neuquén della ricca Formazione “Bajada Colorada”. Il dinosauro, scientificamente chiamato Bajadasaurus pronuspinax, è vissuto circa 140 milioni di anni fa, nel Cretaceo Inferiore, e probabilmente era una delle prede del Gigantosaurus carolinii, il più grande dinosauro carnivoro di tutti i tempi, i cui resti furono trovati nel 1993 nella stessa area (anche se risalgono a 100 milioni di anni fa).

Credit: phys
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Uno strano “collo lungo”. Il Bajadasaurus pronuspinax fa parte del nutrito gruppo dei sauropodi, grandi dinosauri erbivori caratterizzati da corpo massiccio, testa piccola e coda e collo lunghissimi. Sono i classici "colli lunghi", prototipo di dinosauro. A differenza dei più famosi apatosauro, brontosauro, brachiosauro e diplodoco (che arrivava a 33 metri di lunghezza), il Bajadasaurus pronuspinax tuttavia non raggiungeva dimensioni imponenti; in base alle stime dei paleontologi arrivava al massimo a 10 metri. Il Bajadasaurus pronuspinax appartiene alla piccola famiglia dei Dicraeosauridae, tutti sauropodi caratterizzati da queste strane spine sul collo.

Credit: Phys
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Arma di difesa. Secondo i paleontologi del National Scientific and Technical Research Council argentino (CONICET) che hanno descritto i resti del dinosauro, molto probabilmente le lunghissime spine avevano uno scopo di difesa passiva, una sorta di deterrente contro i mostruosi predatori che puntavano proprio al collo degli erbivori. Probabilmente queste spine neurali allungate non erano semplici ossa sporgenti ricoperte di pelle – sarebbero state troppo facili da spezzare -, ma racchiuse da un solido strato di cheratina come le corna di un antilope. Addentare un Bajadasaurus pronuspinax avrebbe potuto procurare ferite devastanti anche a un gigantosauro, dunque questi animali molto probabilmente venivano coinvolti in straordinarie lotte per la sopravvivenza. O magari i predatori preferivano rivolgersi direttamente a prede meno ostiche.

Credit: Phys
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Funzioni alternative. Pablo Gallina e i colleghi paleontologi dell'Università Maimonides e del CONICET suggeriscono che le spine avrebbero potuto avere anche funzioni alternative, un po' come le piastre dello stegosauro. Ad esempio, avrebbero potuto sostenere una “vela” per la termoregolazione, oppure una massa di grasso con funzioni analoghe a quelle della gobba di un cammello. L'ipotesi più probabile, tuttavia, resta quello dell'arma di difesa. I resti del Bajadasaurus pronuspinax, scoperti nel 2013 ma descritti nel dettaglio soltanto adesso, comprendevano quasi tutto il cranio e un'intera vertebra con la prominente spina neurale; ciò ha permesso agli scienziati di ricostruire l'aspetto di uno dei dinosauri più affascinanti del Cretaceo. I dettagli sono stati pubblicati sulla rivista Scientific Reports.

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