Awà, il video appello per salvare la “tribù più minacciata del mondo”
Il premio Oscar Colin Firth è il testimonial d'eccezione della campagna lanciata da Survival a favore della tutela degli Awá, oggi la tribù maggiormente soggetta al rischio di diventare «un altro popolo cancellato dalla faccia della Terra per sempre». In fuga da anni, ormai, dai taglialegna che ne stanno distruggendo illegalmente il territorio, gli Awá vedono ancor più minacciata la propria sopravvivenza dalle politiche del Governo brasiliano: proprio poche ore fa la Camera dei deputati ha approvato il nuovo codice forestale, con sostanziose modifiche che, oltre a favorire gli agricoltori, concedono il condono di tutte le multe a quanti hanno disboscato illegalmente fino al 2008 e l'opportunità di beneficiare del credito agricolo. Soprattutto, il testo, che è già passato al Senato a dicembre, autorizza il disboscamento su vette e colline e rende più vulnerabili le aree in prossimità dei corsi d'acqua: in pratica, attenuando di molto tutta la serie di norme che dovrebbe garantire per le zone protette. Condannando a morte non solo la biodiversità dell'intero territorio, ma anche gli Awá che hanno nella foresta amazzonica la propria casa da secoli e che, già da tempo, subiscono aggressioni di ogni tipo dai taglialegna: «Quando i disboscatori li vedono, li uccidono: archi e frecce non hanno chance contro i fucili.» Nella Presidente Dilma Rousseff sono ora riposte tutte le speranze, giacché è lei la sola a poter opporre il veto; l'appello mira a raccogliere quante più adesioni possibili, inviando un messaggio al Ministero della Giustizia brasiliano, per rendere ancora più forte e massiccia l'opposizione contro questa scelta del Governo.
Awá, uno degli ultimi popoli di cacciatori- raccoglitori del Brasile – «Perché stanno facendo questo? Se distruggi la foresta, distruggi anche gli Awá» si chiede un nativo dinanzi a quei ceppi bruciati che un tempo offrivano riparo alla sua gente, di cui avrebbero potuto disegnare la mappa a memoria e nella quale si muovono in cerca di miele, frutti e selvaggina: probabilmente secoli addietro questi popoli conoscevano l'agricoltura e se ne servivano. Poi arrivarono i coloni, a caccia di miniere, legna, schiavi e territori su cui poter mettere orgogliosamente i propri vessilli: da allora, braccati e in cerca di una strada per poter continuare a vivere secondo i propri desideri, hanno scelto come rifugio gli antri nascosti e protetti della foresta, dimenticando la sedentarietà e ricominciando a vagabondare, più sicuri nella possibilità di poter sempre scappare. Ma quella foresta si assottiglia sempre di più: rilevamenti satellitari attestano una riduzione fortissima della sua estensione nelle aree destinate agli Awá, testimoniando come il disboscamento sia proseguito in maniera pressoché indisturbata fino ad oggi, nonostante accorati appelli internazionali e nonostante un sistema di leggi che, in qualche modo, avrebbe garantito contro la deforestazione, pur essendo riuscito di poco nello scopo. Oggi il pericolo si fa ancora più consistente e gli Awá stanno seriamente rischiando di scomparire per sempre, dopo aver resistito con tutti i loro fragili mezzi all'invasione dell'avidità: il solo interesse di questo piccolo popolo è quello di continuare a vivere seguendo il sentiero tracciato dai propri antenati. Amano la foresta così come è stata consegnata loro dai genitori e vorrebbero vederla ancora così.