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Autismo-vaccini: una bufala medica che continua ad avere credito

Malgrado la totale mancanza di prove continuano a tenersi convegni contro i vaccini.
A cura di Juanne Pili
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A Somali child receives a polio vaccination at the Tunisian hospital in Mogadishu. The hospital treat local Somalis' diseases, malnutrition, and other injuries.

Alla Gam di Torino – autorevole galleria d’arte moderna – è stato messo in programma un seminario sui vaccini, tenuto dai principali divulgatori delle tesi che vorrebbero correlarli all’insorgenza dell’autismo nei bambini, suscitando polemiche alle quali i dirigenti rispondono dissociandosi da responsabilità dirette. Dai musei alla televisione: durante la trasmissione "Virus – Il contagio delle idee" del 12 maggio, la presunta correlazione tra vaccini e autismo diventa oggetto di discussione. Nello studio ci sono il medico Roberto Burioni, Red Ronnie e il padre di un bambino autistico. Secondo quanto denunciato dal medico sulla sua pagina Facebook, la conduzione del programma ha privilegiato l'allarmismo piuttosto che la realtà, mettendo in discussione l'operato stesso del governo, dato che da un lato il Ministero della salute si impegna in una campagna pro-vaccini, dall'altro la televisione di stato amplifica "tesi pericolose". Du seguito il post del prof. Burioni.

La truffa di Wakefield. Questa vera e propria tesi di complotto nasce nel 1998. Parliamo della bufala messa in piedi da Andrew Wakefield, che mise in correlazione attraverso dati fraudolenti l’insorgenza dell’autismo con le vaccinali per morbillo, parotite e rosolia. Da allora in tanti evitano le vaccinazioni nonostante la bufala sia stata ampiamente smentita. Tra i soggetti che pagano di più per questo crimine troviamo i bambini. Sono state registrate epidemie anche in Germania; due focolai anche in Italia (Genova e Rimini), dove vennero ricoverati due bambini di 5 anni. Situazioni critiche anche in altre regioni italiane, come il Piemonte, la Lombardia, la Puglia, l’Abruzzo, la Valle d’Aosta ed il Veneto. Solo nei primi mesi del 2013 i casi sono stati in tutto duecento.

La totale mancanza di prove. Ad oggi non esistono studi di settore pubblicati su riviste autorevoli che giustifichino il minimo sospetto di una correlazione tra vaccini e autismo. Al contrario sappiamo dei danni che la divulgazione di questa tesi può causare, parliamo di danni spesso mortali, tanto che l’Oms ha dovuto lanciare un allarme, con particolare attenzione verso l’Italia, dove si è registrato un preoccupante calo delle vaccinazioni. Oltre a questo tanto per i vaccini, quanto per l’autismo, esistono diverse altre bufale in circolazione. Avere l’ultima parola sui vaccini nei thread di un social network, magari misurandosi con esperti che ricordano i secchioni conosciuti a scuola, ha sempre una certa attrattiva per i monomaniaci telematici. Così anno dopo anno le associazioni che sostengono la correlazione tra autismo e vaccini appaiono sempre più credibili, mentre sfumano dai nostri ricordi le ragioni per cui sarebbe meglio non prestare ascolto ad una tesi che nasce da una coincidenza: effettivamente la malattia, che comincia a svilupparsi già nel feto, mostra i primi sintomi nei bambini proprio nel periodo delle prime vaccinazioni. Fino ad oggi sono stati pubblicati almeno settantacinque studi che dimostrano l'infondatezza della correlazione autismo-vaccini.

Le conseguenze mortali. L'allarme è stato lanciato già da tempo anche dal Ecdc (European centre for disease prevention and control) in un report dell’aprile 2013 passato in sordina. L’epidemia di morbillo in Inghilterra esisteva fin dal 2012, i casi accertati sarebbero già duemila, un ragazzo di 25 anni ha perso la vita. In Germania l'anno scorso era in atto la più grande epidemia di morbillo dal 2011, con ben 568 casi registrati a partire dall'ottobre del 2014. Dovremmo essere “vaccinati” innanzitutto dal “virus informativo” del complotto dei vaccini. Wakefield fece leva sul terrore e sulla carta “umanitaria”, montando mediaticamente il caso, rendendosi responsabile di qualcosa di cui tutt’oggi paghiamo le conseguenze. Chi si ricorda del “siero di Bonifacio”? Inventato negli anni ’50 da un veterinario, Liborio Bonifacio, che sosteneva di poter curare il cancro con un estratto di feci e urine di capra. L’allora Ministro della Sanità autorizzò per “volontà popolare” che venissero realizzati degli studi. La commedia si protrasse fino al 1970, totalizzando ben quattro morti. Non impariamo proprio mai.

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