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Covid 19

Asciugarsi le mani con la carta rimuove meglio eventuali contaminazioni da virus

Un team di ricerca britannico guidato da scienziati dell’Università di Leeds ha determinato che lavarsi le mani con tovaglioli/fazzoletti di carta dopo il lavaggio garantisce una più efficace riduzione della carica virale eventualmente presente rispetto all’uso dei getti di aria calda. La scoperta potrebbe aiutare a contrastare la diffusione del coronavirus.
A cura di Andrea Centini
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Asciugarsi le mani con un fazzoletto/tovagliolo di carta monouso è un metodo molto efficace per rimuovere eventuali tracce di virus residue, nel caso in cui l'operazione di lavaggio non fosse stata eseguita correttamente. Con la carta, infatti, l'eventuale contaminazione verrebbe abbattuta in modo decisamente più consistente rispetto all'uso del getto d'aria calda, usato spesso nei bagni di locali pubblici come autogrill e aeroporti. A suggerire la maggiore efficacia della carta è un team di ricerca composto da scienziati dell'Università di Leeds e del Leeds Teaching Hospitals NHS Trust, che fa capo al sistema sanitario nazionale britannico (il National Health Service). Gli autori della ricerca guidati dalla professoressa Ines Moura (che si è formata anche presso l'Istituto Superiore di Sanità italiano) sottolineano che questi risultati possono essere utili nel contrasto alla pandemia di coronavirus.

La ragione risiede nel fatto che tra le contromisure a disposizione per contenere la diffusione della COVID-19, l'infezione scatenata dal SARS-CoV-2, il lavaggio delle mani costante e certosino è contemplato tra le più efficaci, assieme al distanziamento di almeno un metro dagli altri (per evitare il cosiddetto droplet). Lavarsi bene le mani, tuttavia, è un'operazione ben più laboriosa del rapido risciacquo che generalmente tendiamo a fare. Basti pensare che il Ministero della Salute raccomanda di lavarsi le mani spesso e accuratamente con acqua e sapone per almeno 60 secondi. In alternativa, spiega il ministero, si può utilizzare un disinfettante per mani a base di alcol con concentrazione di alcol di almeno il 70 percento. Per sapere come vanno lavate bene le mani si può fare riferimento a questa guida utile messa a punto dallo Stabilimento Chimico Farmaceutico Militare (S.C.F.M.) di Firenze, che spiega anche come igienizzare le mascherine chirurgiche monouso per poterle riutilizzare.

Per quanto ci si impegni nel lavaggio delle mani, può tuttavia capitare che eventuali tracce del coronavirus possano permanere su di esse e alimentare la diffusione del contagio, ad esempio quando ci tocchiamo il viso o spargiamo il patogeno sulle maniglie delle porte, sui pulsanti degli ascensori, sui corrimano delle scale e tutti gli altri oggetti toccati da più persone. Per questa ragione la professoressa Moura e i colleghi hanno voluto capire quale fosse il metodo migliore per asciugare le mani ed eliminare eventuali tracce residue. Per farlo hanno innanzitutto contaminato le mani di alcuni volontari con un virus innocuo per l'uomo (un batteriofago); dopo le operazioni di lavaggio i partecipanti hanno proceduto all'asciugatura con metodi differenti: fazzoletti di carta per alcuni e getto d'aria calda per altri. I volontari sono poi andati in giro all'interno di un ospedale e hanno toccato maniglie, pulsanti, corrimano, telefoni e altri oggetti. Moura e colleghi hanno esaminato tutti questi oggetti e hanno osservato che chi aveva proceduto all'asciugatura attraverso il getto d'aria calda determinava una contaminazione ambientale circa dieci volte superiore rispetto a quella causata da chi si era asciugato le mani con la carta. Gli autori della ricerca sottolineano che questi risultati possono essere importanti soprattutto per ridurre la diffusione del virus in ambienti come gli ospedali. I dettagli della ricerca “Dispersal of microbes to hospital surfaces following two hand drying methods: paper towels or a jet air dryer”, non ancora sottoposta a revisione paritaria, sono consultabili al seguente link.

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