Apocalissi storiche, ovvero quando la fine del mondo è già passata
Benché in queste ore che precedono il 21 dicembre l’ansia serpeggi negli animi di molti, l’umanità di profezie apocalittiche ne ha conosciute non poche: è quindi evidente che, se siamo in attesa dell’ennesima catastrofe, la vecchia Terra e la nostra specie sono riuscite a sopravvivere a tutte le fini del mondo annunciate. Presumibilmente, usciremo indenni anche da questa ennesima, fatidica data e scamperemo la tanto temuta “conclusione del calendario Maya” che, va sempre ricordato, altro non è se non una speculazione nata ed ingigantita dal web, amante delle bufale, sulla scia di un’interpretazione archeologicamente errata: altri calendari della popolazione precolombiana contavano il tempo ben oltre l’anno in cui ci troviamo a vivere attualmente. Del resto, tale profezia ha avuto numerosi e celebri antenati, anche in epoche assai vicine alla nostra, interpretando un bisogno di catastrofismo che è insito nell'animo umano e nella collettività: vediamone alcune tra le più famose.
Chi ha paura del numero 1000?
A tanti secoli di distanza dalla caduta dell’Impero Romano d’Occidente, verso la fine del X secolo l’Europa continuava ad essere attraversata da profondi conflitti: povertà, fame, morte ed ignoranza erano gli spettri che si aggiravano tra una popolazione che non trovava altro rifugio se non nella superstizione che annunciava, sulla base di letture decisamente catastrofiste di Sacre Scritture apocrife e canoniche, la fine del mondo e il giudizio universale con l’avvento dell’anno 1000. Fu tutto un fiorire di pentimenti, preghiere e pellegrinaggi: poi l’anno 1000 giunse, il mondo non terminò ma, in compenso, circa un secolo dopo partiva la prima Crociata alla volta di Gerusalemme.
1666, l'anno del demonio
Proseguendo lungo il percorso dei numeri che suscitano preoccupazione, anche l’affacciarsi del 1666 provocò non poche palpitazioni nel mondo occidentale: quelle tre cifre ravvicinate richiamavano oscuri e biblici presagi diabolici che divennero ancor più significativi quando una delle più grandi calamità della storia della City si abbatté su Londra. Erano gli inizi di settembre quando la città, già centro di potere di rilevanza mondiale, arse per quattro lunghi giorni, al termine dei quali risultò essere quasi integralmente distrutta. Gli immancabili profeti ed apocalittici del tempo approfittarono dell'evento per propagandare la fine del mondo che avrebbe preso l'inizio proprio dalla metropoli inglese. Tuttavia, malgrado i drammatici eventi del 1666, Londra risorse dalle proprie ceneri e la Terra continuò incurante a girare su sé stessa ed attorno al Sole.
1806, la gallina profeta di Leeds
Quasi un secolo e mezzo e dopo è nuovamente dall'isola britannica che si alza la voce dell’apocalisse: questa volta, però, a fare da ambasciatore delle volontà Supreme di distruzione dell’umanità fu addirittura una gallina. Da un giorno all'altro, un comune pennuto iniziò a deporre uova sulle quali era impresso un messaggio inequivocabile: Christ is coming. Nella città di Leeds, dove avvenne il fatto, iniziò a diffondersi fede cieca nell'avvenimento accompagnata dal panico per quello che sembrava un annuncio di imminente fine del mondo: chiaramente si trattava della burla di qualche buontempone che, una volta smascherata, provocò grande delusione nella cittadinanza che si sentiva depositaria del privilegio di aver appreso la notizia della catastrofe in anticipo sugli altri.
Una Cometa di distruggerà
In linea generale, gli eventi astronomici particolari hanno sempre attirato l'attenzione delle popolazioni di un tempo: le società agrarie, che contavano per la propria stessa sopravvivenza sul riproporsi di cicli stagionali sempre uguali e fecondi, temevano qualunque fenomeno che potesse costituire l'eccezione, come le eclissi o i passaggi delle comete. Eppure, quella che potrebbe sembrare soltanto un'antica credenza legata a tempi e civiltà ormai lontane, gode ancora di molto credito nella contemporaneità occidentale: al transito di Venere dinanzi al Sole verificatosi nel giugno del 2012, nient'altro che un effetto ottico causato dall'allineamento tra i corpi celesti, sono stati in molti a gridare all'imminente apocalisse. Così, se al suo passaggio nel 989 d. C. la Cometa di Halley venne guardata come orribile presagio temendo che annunciasse la fine del mondo, secondo quanto riportato da annali europei e cinesi, anche la sua visita di aprile 1910 fu attesa con grande preoccupazione. Dopo che gli studiosi del Chicago Yerkes Observatory avevano spiegato come nella coda della Cometa erano state trovate tracce di cianuro, infatti, il New York Times pubblicò le affermazioni di un astronomo e divulgatore francese, Camille Flammarion, che sosteneva che il veleno avrebbe impregnato l'atmosfera terrestre, distruggendo tutta la vita sul Pianeta. Benché autorevoli scienziato abbiano investito tempo ed energie a spiegare che mai avrebbe potuto accadere nulla del genere, gli animi di molti si placarono solo dopo il passaggio della Cometa che salutò la Terra da una distanza decisamente ragionevole.
1999, immancabile Nostradamus
Gira voce, potenza della rete, che tra le centurie di Nostradamus ce ne sarebbe una che annuncia l'apocalisse "dei Maya" come preceduta dalla moda di un ballo diffusosi in tutto il mondo: basterebbe questo a screditare tutte le interpretazioni che, negli anni, sono state attribuite alle parole dello studioso vissuto nel XVI secolo. O forse, bisognerebbe ricordare come l'anno che chiuse secolo e millennio sia stato particolarmente ricco di profezie catastrofiche, tratte proprio dalle centurie di Nostradamus. L'annuncio voleva, per il 1999, l'avvento del «Re del terrore» ma, poiché la data esatta non era specificata, tra luglio e settembre ci furono ben tre giornate "apocalittiche", tutte terminate senza alcun evento distruttivo per la vita sulla Terra: non ci resta, dunque, che aspettare che passi anche questo 21 dicembre che, c'è da giurarci, non scuoterà più del consueto l'umanità.