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Api robot per impollinare e proteggere le piantagioni: così Walmart salverà l’agricoltura

Il gigante del commercio al dettaglio americano ha presentato sei brevetti per api robot in grado di automatizzare l’agricoltura, dall’impollinazione alla lotta contro parassiti e predatori.
A cura di Andrea Centini
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La potente multinazionale americana Walmart ha presentato una serie di brevetti dedicata ad api-drone pensate per automatizzare il settore dell'agricoltura. I piccoli robot volanti non solo si occuperebbero di impollinazione, ma anche di spruzzare pesticidi; scacciare uccelli e altri predatori che fanno incetta di sementi; monitorare la crescita delle piante; verificare potenziali danni con appositi sensori e molto altro ancora. Insomma, si punta a una vera e propria rivoluzione robotica, che il colosso statunitense del commercio al dettaglio – il più grande al mondo – vuole far sua per contrastare Amazon e tenere sotto controllo l'intera filiera dei prodotti alimentari commerciati, dalla produzione alla consegna al cliente finale.

Le api-drone dei brevetti, che potete leggere cliccando su questo link, sono così specializzate che riescono a riconoscere il tipo di parassita con cui hanno a che fare e predisporre una risposta di rimozione “chirurgica”. Così verrebbe del tutto superata la dispersione massiva di pesticidi con aerei e altri mezzi, che oltre ad essere estremamente costosa produce effetti dannosi per l'ambiente. Walmart è comunque ben consapevole che la sensibilità verso i prodotti totalmente ecologici è in costante aumento anche negli Stati Uniti, dunque tiene a precisare che i robot ‘cecchini' con munizioni al pesticida sono solo una delle opzioni sulla carta.

Semplicemente volando queste api robotiche potrebbero rappresentare anche una sorta di spaventapasseri 2.0, scacciando tutte quelle creature che possono creare seri problemi ai raccolti. Anche in questo caso si mira a ridurre i costi con una gestione totalmente automatizzata della procedura. L'obiettivo più ambizioso per i droni di Walmart è rappresentato tuttavia dall'impollinazione, che andrebbe a rimpiazzare quella naturale delle api. A causa della misteriosa “Sindrome dello spopolamento degli alveari” o CCD (dall'inglese Colony Collapse Disorder), molto probabilmente causata dai pesticidi neonicotinoidi, le popolazioni di api in tutto il mondo stanno subendo un crollo. Poiché questi insetti sono fondamentali nell'impollinazione della stragrande maggioranza delle piante di interesse commerciale, avere dei droni in grado di sostituirle può rappresentare una salvezza per il genere umano (che si sta condannando da solo avvelenando e distruggendo il pianeta su cui vive).

La potenziale scomparsa delle api è un problema globale, dunque gli ingegneri di Walmart non sono i primi ad aver ideato droni impollinatori. Recentemente ne hanno presentato dei prototipi sia il National Institute of Advanced Industrial Science and Technology (AIST) Nanomaterial Research Institute che il Savannah College of Art and Design. In questo secondo caso la studentessa Anna Haldewang ha chiamato l'ape robot “Plan Bee”, un gioco di parole con Piano B (bee in inglese significa ape), proprio per sottolineare la necessità di un'alternativa alla possibile estinzione dei preziosi imenotteri.

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