Antidolorifico aumenta il rischio di infarto e ictus: Voltaren e Tachipirina a confronto
I farmaci antidolorifici a base di diclofenac – come il celebre Voltaren – potrebbero aumentare il rischio di patologie cardiovascolari come infarto, ictus e arresto cardiaco. Lo ha dimostrato un team di ricerca internazionale guidato da studiosi del Dipartimento di Epidemiologia clinica presso l'Ospedale universitario di Aarhus, Danimarca, che hanno collaborato con i colleghi dell'Ospedale regionale dello Jutland occidentale e della prestigiosa Università di Stanford, Stati Uniti. Gli scienziati coordinati dal professor Lars Pedersen sono giunti a questa conclusione dopo aver condotto un'approfondita analisi statistica sui dati di milioni di cittadini danesi, recuperati dai registri nazionali tra il 1996 e il 2016.
L'obiettivo degli studiosi era mettere a confronto il rischio cardiovascolare di pazienti che utilizzavano farmaci a base di diclofenac con quello di chi non era in cura o usava farmaci antiinfiammatori non steroidei di uso comune e paracetamolo. Tra i cittadini coinvolti vi erano 1.370.832 utilizzatori di diclofenac; 3.878.454 di ibuprofene; 291 490 di naprossene; 764.781 di paracetamolo e oltre un milione di soggetti che non usavano antiinfiammatori. Tutti i partecipanti dovevano essere liberi da patologie cardiovascolari, renali e ulcerose, oltre che da schizofrenia, demenza e altre malattie.
Incrociando tutti i dati è emerso che il tasso di eventi cardiovascolari avversi – come aritmie, arresto cardiaco, infarto e ictus – è risultato essere superiore del 50 percento nei pazienti che usavano farmaci a base di diclofenac rispetto a chi non era in cura, ma anche del 30 percento in più rispetto a coloro che utilizzavano il naprossene e del 20 percento in più rispetto agli utilizzatori di ibuprofene. I dati, particolarmente significativi, non erano influenzati dall'età e dal sesso dei cittadini coinvolti nell'analisi. Va tuttavia sottolineato che gel, unguenti e altri metodi di applicazione analoghi del diclofenac non sono stati considerati pericolosi poiché il principio attivo rilasciato sulla pelle era sensibilmente inferiore rispetto a quello di altri metodi di assunzione.
Gli autori dell'indagine indicano inoltre che si è trattato di un semplice studio di osservazione, dunque senza determinare rapporti di causa-effetto. Per questa ragione andranno condotte ulteriori indagini per sapere davvero quanto i farmaci a base di diclofenac possano davvero rappresentare un rischio per il nostro cuore. Alla luce dei risultati ottenuti, tuttavia, Pedersen e colleghi suggeriscono di tenere in considerazione altri FANS (farmaci antinfiammatori non steroidei) prima del diclofenac e ancor meglio il paracetamolo, benché sia sempre doveroso discutere di queste scelte col proprio medico curante. I dettagli della ricerca sono stati pubblicati sull'autorevole rivista scientifica British Medical Journal.