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Covid 19

Ansia, stress e cattiva alimentazione possono ridurre l’efficacia del vaccino anti COVID

Grazie a uno studio di revisione condotto su oltre 40 indagini dedicate all’efficacia della vaccinazione, un team di ricerca dell’Università Statale dell’Ohio ha dimostrato che lo stress, l’ansia, la depressione, la cattiva alimentazione e altri comportamenti insalubri possono ridurre l’efficacia del vaccino anti COVID. Ma è possibile migliorare la risposta del sistema immunitario seguendo alcuni semplici consigli.
A cura di Andrea Centini
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L'ansia, la depressione, lo stress, la solitudine, la cattiva alimentazione e altri fattori che riducono la qualità della nostra vita possono avere un impatto significativo sull'efficacia delle vaccinazioni, compresa quella contro il coronavirus SARS-CoV-2, alla quale si sottoporrà larga parte della popolazione umana nei prossimi mesi. Poiché le misure introdotte per spezzare la catena dei contagi come i lockdown, le chiusure mirate e l'isolamento sociale sono stati dei veri e propri catalizzatori del disagio mentale, a maggior ragione quando associati alle preoccupazioni per la salute e alle problematiche economiche che in moltissimi stanno vivendo, gli esperti temono che le conseguenze stesse della pandemia possano in qualche modo avere un impatto negativo sull'esito della vaccinazione. Nello specifico, c'è il rischio che la risposta immunitaria al vaccino anti COVID sia più lenta, con una produzione di anticorpi neutralizzanti ritardata, ma potrebbero manifestarsi anche una durata inferiore dell'immunità ed effetti collaterali più accentuati.

A sottolineare che comportamenti insalubri e uno stato di salute mentale deteriorato possano impattare negativamente sulla vaccinazione contro la COVID-19 è stato un team di ricerca americano guidato da scienziati dell'Università Statale dell'Ohio. I ricercatori, coordinati dalla direttrice dell'Institute for Behavioral Medicine Research Janice Kiecolt-Glaser e dalla dottoressa Annelise Madison, sono giunti alle loro conclusioni dopo aver condotto uno studio di revisione su una cinquantina di ricerche scientifiche, tutte dedicate all'efficacia di varie tipologie di vaccini. Tra le preparazioni prese in esame, quelle contro l'influenza, la polmonite, l'epatite B e il tifo. Come indicato, dall'analisi è emerso che nelle persone stressate, depresse e con comportamenti inadeguati vi era una maggiore probabilità di risposte immunitarie alterate, che interferivano con lo sviluppo degli anticorpi neutralizzanti, determinavano un calo più rapido degli stessi e intensificavano le reazioni avverse.

Nell'analisi sono stati citati diversi casi significativi. È stato ad esempio dimostrato che gli studenti di una Facoltà di Medicina vaccinati contro l'epatite B hanno tutti sviluppato gli anticorpi, tuttavia quelli più stressati e ansiosi per gli esami programmati proprio nei giorni della vaccinazione “hanno impiegato molto più tempo a sviluppare anticorpi protettivi”, hanno spiegato i ricercatori in un comunicato stampa. Un altro effetto negativo è stato osservato negli anziani vaccinati contro la polmonite pneumococcica: coloro che dovevano assistere un coniuge affetto da demenza e sperimentavano elevato stress cronico, hanno avuto un crollo degli anticorpi in soli 3-6 mesi. Alla luce di queste premesse, si ritiene che anche l'erosione della salute mentale dovuta alla pandemia possa in qualche modo ridurre l'efficacia dei vaccini anti COVID approvati, che comunque garantiscono un elevatissimo livello di protezione (circa il 95 percento per il Pfizer-BioNTech e il Moderna-NIAID).

“Oltre all'impatto sulla salute fisica della COVID-19, la pandemia ha una componente di salute mentale altrettanto preoccupante, che causa ansia e depressione, tra molti altri problemi correlati. Fattori di stress emotivi come questi possono influenzare il sistema immunitario di una persona, compromettendone la capacità di difendersi dalle infezioni”, ha dichiarato la dottoressa Annelise Madison. “Il nostro nuovo studio fa luce sull'efficacia del vaccino e su come comportamenti di salute e fattori di stress emotivo possono alterare la capacità dell'organismo di sviluppare una risposta immunitaria. Il problema è che la pandemia in sé e per sé potrebbe amplificare questi fattori di rischio”, ha aggiunto la scienziata. Fortunatamente, come indicato, è possibile cambiare le proprie abitudini per arrivare più “preparati” alla vaccinazione e ottenere risultati migliori.

Tra i consigli degli autori dello studio, vi è quello di impegnarsi in un intenso esercizio fisico e di dormire bene nelle 24 ore antecedenti alla vaccinazione, al fine di presentarsi con un sistema immunitario con le “massime prestazioni”. Sulla base delle ricerche revisionate, comportano un miglioramento della risposta anticorpale anche “i massaggi e la scrittura per la gestione dello stress, così come l'attività fisica a breve e lungo termine, inclusi 25 minuti di esercizi per le braccia prima dell'iniezione e l'uso di integratori alimentari”, hanno scritto gli autori dello studio. “Quando sai che riceverai il vaccino il giorno successivo, cerca di dormire bene la notte. Solo una notte, e arrivare completamente riposato. Può essere utile”, ha dichiarato la professoressa Kiecolt-Glaser. Tra gli altri consigli, oltre a quello di dedicarsi alla meditazione, anche lo smettere di fumare (o perlomeno di ridurre il consumo di tabacco) e quello di migliorare la propria dieta, anche a breve termine. Per le persone depresse, invece, sarebbe il momento giusto per cercare un aiuto da parte di un professionista. I dettagli della ricerca “Psychological and Behavioral Predictors of Vaccine Efficacy: Considerations for COVID-19” stanno per essere pubblicati sulla rivista scientifica specializzata Perspectives on Psychological Science.

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