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Anche gli squali ‘prendono l’autostrada’ e si trova nell’Oceano Pacifico: a cosa serve

Attraverso analisi satellitari e il tracciamento di numerosi esemplari di squalo balena i biologi marini hanno scoperto che questi pesci prediligono una specifica area equatoriale dell’Oceano Pacifico, quella in cui l’acqua fredda e l’acqua calda si incontrano. Gli squali la seguono come veicoli in un’autostrada.
A cura di Andrea Centini
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Un team di biologi del Monterey Bay Aquarium Research Institute (MBARI) ha scoperto che gli squali balena prediligono una specifica rotta nell'Oceano Pacifico, ovvero il fronte in cui l'acqua fredda proveniente da sud si incontra con quella calda che origina dal nord. Questa peculiare “striscia” di acqua marina può essere considerata come una vera e propria autostrada, che gli squali balena affrontano diligentemente alla stregua di camion incolonnati nel traffico.

La rotta degli squali: credit MBARI
La rotta degli squali: credit MBARI

Si tratta di una scoperta importante poiché studiare questi maestosi animali, i pesci (cartilaginei) più grandi del pianeta con circa 20 metri di lunghezza massima, è tutto fuorché semplice. Sono infatti nuotatori instancabili, sempre in viaggio a caccia di cibo. Nonostante la mole e il fatto che si tratti di squali, tuttavia, sono animali del tutto innocui per l'essere umano; le loro prede, analogamente a quelle dei grandi cetacei misticeti, sono piccoli crostacei e pesce azzurro come le acciughe, che aspirano tenendo aperta l'enorme bocca mentre fendono l'acqua.

La scoperta della rotta preferita da questi animali è scaturita da un avvistamento insolito: tra il 2011 e il 2012 ricercatori britannici e dell'Ecuador notarono infatti un gruppo di 27 squali balena nel cosiddetto arco di Darwin, un'area dell'Oceano Pacifico Tropicale Orientale – a 200 km dalle Galapagos – dove non erano mai stati visti prima. Gli scienziati contattarono il professor John Ryan dello MBARI, uno dei massimi esperti mondiali sugli spostamenti di questi pesci, che decise così di capire cosa stessero facendo in quell'area. Dopo aver installato su alcuni esemplari dei segnalatori GPS, Ryan decise di utilizzare le informazioni satellitari anche per valutare i cambiamenti di temperatura dell'acqua, e così si accorse che gli squali si concentravano e si spostavano principalmente lungo il fronte equatoriale, nel quale si incontravano acqua fredda e acqua calda. L'arco di Darwin si trova proprio in questa peculiare posizione.

Le ragioni di una simile preferenza sono ancora oggetto di studio, ma quasi sicuramente è questione di cibo. L'acqua fredda e meridionale è infatti più ricca di nutrimento, mentre quella calda è poco produttiva. Gli squali probabilmente non amano le correnti troppo fredde, così restando su quel fronte intermedio, comunque abbondante di plancton, possono avere un giusto compromesso. Studiando altri esemplari Ryan e colleghi si sono accorti che gli squali seguono con precisione questo lunghissimo percorso che si snoda nel Pacifico, affrontandone le tortuosità come su una via di montagna. Il dato è stato rilevato anche in altre parti dell'oceano dove si formano fronti secondari, in particolar modo tra gennaio e febbraio, quando quello principale tende a scomparire.

I dati raccolti risultano preziosi per la tutela e la conservazione di questi pesci, che dal 2016, a causa delle reti da pesca, delle collisioni con le imbarcazioni e soprattutto del massacro per le pinne, sono stati dichiarati in pericolo di estinzione e inseriti con codice EN nella Lista Rossa IUCN. I dettagli della ricerca sono stati pubblicati sulla rivista scientifica PloS ONE.

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