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Anche Ganimede ha il suo Oceano

Il più grande satellite di Giove va aggiungersi alla lista di corpi celesti ricchi d’acqua che popolano il nostro Sistema Solare: insomma, l’acqua è un po’ dappertutto.
A cura di Nadia Vitali
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Rappresentazione artistica di Ganimede e, in lontananza, Giove (NASA/ESA)
Rappresentazione artistica di Ganimede e, in lontananza, Giove (NASA/ESA)

Recenti dati raccolti grazie al telescopio spaziale NASA/ESA Hubble costituiscono la migliore testimonianza della presenza di un oceano di acqua salata nascosto sotto la superficie di Ganimede, la più grande tra le numerose lune di Giove. Una scoperta già definita «pietra miliare» da John Grunsfeld, amministratore associato dello Science Mission Directorate della NASA.

In 25 anni di orbita, Hubble ci ha consentito di fare moltissime scoperte scientifiche all'interno del nostro stesso Sistema Solare. Un Oceano profondo sotto la crosta ghiacciata di Ganimede apre ad ulteriori, eccitanti possibilità per la vita al di là della Terra.

Alla ricerca dell'acqua nell'Universo

L'identificazione di riserve d'acqua allo stato liquido costituisce, infatti, un aspetto cruciale nell'ambito della ricerca di mondi abitabili e, in quanto a questo, Ganimede risulta essere decisamente interessante: si pensa che il suo mare sotterraneo sia composto da una quantità d'acqua superiore a tutta quella presente sul nostro Pianeta. Le ultime osservazioni hanno portato gli scienziati a concludere che possa essere fino a 10 volte più profondo degli oceani terrestri e sepolto sotto una crosta prevalentemente ghiacciata spessa 150 chilometri.

Le aurore di Ganimede

Scoperto da Galileo Galilei nel 1610 e battezzato con il nome del coppiere degli dei amato da Zeus, Ganimede è il più grande satellite dell'intero Sistema Solare nonché il solo (almeno per quanto ci è dato conoscere) ad avere un proprio campo magnetico. Quest'ultima caratteristica determina il verificarsi su di esso di aurore, ossia spettacolari nastri brillanti di gas incandescente localizzato nelle regioni che circondano i due poli del corpo celeste. Ma la vicinanza del satellite al suo Gigante Gassoso fa in modo che i cambiamenti nel campo magnetico di Giove abbiano dei riflessi, sotto forma di oscillazioni, proprio sulle aurore di Ganimede. Un gruppo di scienziati, guidato da Joachim Saur dell'università di Colonia, ha pensato di sfruttare Hubble e le aurore per guardare "dentro" la Luna gioviana.

Mi sono sempre chiesto se si poteva utilizzare un telescopio in altre maniere. C'era un modo, sfruttando questo strumento, per guardare all'interno di un corpo planetario? Ebbene, ho pensato alle aurore. Poiché le aurore sono strettamente connesse al campo magnetico, l'appropriata osservazione di esse può dirci molto sul campo magnetico. E conoscendo quest'ultimo, possiamo anche sapere qualcosa sull'interno dell'oggetto.

La presenza di un oceano, secondo i modelli degli scienziati, avrebbe dovuto creare una "risposta" al campo magnetico di Giove. Le simulazioni mostravano che, qualora ci fosse stato un enorme mare su Ganimede, le oscillazioni delle aurore avrebbero dovuto essere di 2°, in luogo dei 6 attesi nel caso in cui non fosse stato presente alcun oceano. L'esame dei dati di Hubble ha confermato quanto si aspettavano gli astronomi, portando quindi alla conclusione che l'oceano c'è e misura anche una notevole capacità. Dettagli e risultati del lavoro sono stati resi pubblicati dal Journal of Geophysical Research.

Le fasce luminose delle aurore di Ganimede sovrapposte ad un'immagine della Luna ottenuta in passato con la sonda Galileo (NASA/ESA)
Le fasce luminose delle aurore di Ganimede sovrapposte ad un'immagine della Luna ottenuta in passato con la sonda Galileo (NASA/ESA)

Abbondanza d'acqua nel Sistema Solare?

Il sospetto che Ganimede potesse ospitare un oceano sorse già tra le ipotesi degli scienziati negli anni '70, sulla base di modelli del satellite. La missione Galileo della NASA aveva fornito delle forti prove di questa teoria nel 2002, attraverso la misurazione del campo magnetico della luna. Le osservazioni della sonda, però, furono all'epoca troppo brevi per consentire di arrivare a conclusioni come quelle del gruppo di Saur. Quest'ultimo studio, quindi, sa un po' più di conferma. E ci suggerisce che il nostro Sistema Solare sia ricchissimo d'acqua, come mai forse avremmo potuto immaginare in passato: nelle "vicinanze" di Giove c'è Europa, un altro dei quattro satelliti galileiani, dove si pensa che sia presente un oceano di acqua allo stato liquido e dove la NASA pensa di rivolgere future missioni. E poi c'è Encelado, una della Lune di Saturno. E chissà cos'altro ancora da scoprire.

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