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Alcuni valori sono sacri, per l’anima e per il cervello

Alcuni ricercatori ritengono di aver identificato, attraverso test di laboratorio, le basi cerebrali dei valori che maggiormente stanno a cuore degli individui, provando che se è impossibile “svendere” quello in cui si crede con ardore il merito è del nostro cervello.
A cura di Nadia Vitali
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Alcuni ricercatori ritengono di aver identificato, attraverso test di laboratorio, le basi cerebrali dei valori che maggiormente stanno a cuore degli individui, provando che se è impossibile svendere quello in cui si crede con ardore il merito è del nostro cervello.

L'anima, gli ideali, i valori: concetti effimeri, frutto di suggestioni letterarie d'altri tempi, o estrema ed altissima manifestazione di processi neurologici che avvengono nel più misterioso e prezioso dei nostri organi, il cervello? Certamente per molti scienziati, soprattutto negli ultimi decenni, questo interrogativo è diventato un vero e proprio enigma da decifrare a tutti i costi attraverso ricerche d'ogni tipo, talvolta anche piuttosto bizzarre: obiettivo ultimo scoprire cosa maggiormente condiziona gli esseri umani, se la cultura di appartenenza o la biologia, nelle loro scelte e nei loro pensieri, nelle idee e nelle manifestazioni di queste.

L'ultimo lavoro di questo tipo viene dagli Stati Uniti ed è una ricerca condotta dal Center for Neuropolicy della Emory University di Atlanta che ha coinvolto 32 soggetti, tutti in buona salute e senza alcuna storia di disordini psichiatrici o neuronali alle spalle, a cui sono stati sottoposte delle affermazioni opposte tra loro riguardanti temi banali o questioni più forti: ai volontari era chiesto di scegliere quella che maggiormente rispecchiava il loro modo di sentire, sia che le dichiarazioni riguardassero argomenti delicati sia che fossero inerenti a faccende ben più comuni.

Nella seconda fase dell'esperimento ai 32 individui si offriva del denaro per rinnegare, qualora volessero, quanto precedentemente sottoscritto: rispetto a quello che comunemente viene considerato un valore sacro e quindi intoccabile, di norma, ci si rifiuta di contrattare. Gli ideali che costituiscono il fondamento del nostro modo di sentire e di vivere non possono essere messi in vendita, la storia dell'umanità è costellata da episodi che lo testimoniano; quello che, tuttavia, gli scienziati statunitensi ritengono di aver identificato per primi è la base cerebrale di questo comportamento.

Attraverso la risonanza magnetica effettuata sui volontari, infatti, i ricercatori hanno osservato che i «valori sacri» sono associati ad un circuito neuronale incaricato di distinguere ciò che è giusto da ciò che è sbagliato (giunzione temporo-parietale sinistra) e ad un altro responsabile delle regole semantiche (corteccia prefrontale ventrolaterale sinistra) ma non a quell'area del cervello in grado di valutare i costi ed i benefici delle azioni e, quindi, direttamente collegata al meccanismo della ricompensa.

Inoltre, l'attivazione dell'amigdala, responsabile delle risposte emotive, nei soggetti che non volevano stabilire il prezzo delle proprie idee, ha suggerito agli studiosi che nel cervello si scateni una vera e propria offesa ed indignazione, fortemente sentita da colui il quale viene invitato a rinnegare i propri valori. Il lavoro, pubblicato su Philosophical Transactions of the Royal Society, è in verità ben lungi dal rispondere ai grandi interrogativi sull'anima: ma potrebbe aprire ad interessanti prospettive di studio.

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