Addio all’amore eterno degli albatri: i fedeli uccelli divorziano di più per la crisi climatica
I cambiamenti climatici stanno aumentando il tasso di separazione delle coppie di albatri, meravigliosi uccelli marini la cui monogamia è proverbiale e fonte di ispirazione. Una volta stabilitasi, infatti, normalmente una coppia si giura “amore eterno” e non si separa per decenni, fino al decesso di uno dei due partner. Solo nel 2,7 percento dei casi si verificano "divorzi", legati all'insuccesso riproduttivo. Tuttavia, a causa del riscaldamento globale, questa percentuale è triplicata, fino all'8 percento in presenza di acque molto calde. Le colonie di questi grandi uccelli – l'albatro (o albatros) urlatore è la specie con la più grande apertura alare al mondo, ben 3,5 metri – sono in significativo declino in varie parti del mondo; la perdita della monogamia in tante coppie è uno dei segnali di un mondo sempre più inospitale, che potrebbe avere effetti ancor più negativi sul tasso di natalità e il numero di esemplari nelle colonie.
A determinare che gli albatri si stanno separando di più a causa del cambiamento climatico è stato un team di ricerca internazionale guidato da scienziati portoghesi del Dipartimento di Biologia Animale dell'Università di Lisbona, che hanno collaborato a stretto contatto con i colleghi del SAERI – South Atlantic Environmental Research Institute di Stanley (Isole Falkland), dell'Istituto per l'ambiente e la sostenibilità dell'Università di Exeter (Regno Unito) e del MARE – Centro di scienze marine e ambientali, ISPA – Instituto Universitário Rua Jardim do Tabaco. I ricercatori, coordinati dal professor Francesco Ventura, docente presso il CESAM – Facoltà di Scienze dell'ateneo lusitano, sono giunti alle loro conclusioni dopo aver studiato per ben 15 anni una popolazione di 15.500 coppie nidificanti di albatri sopracciglio nero (Thalassarche melanophrys) – la specie più comune di albatros –, tutte stanziate sulle Isole Falkland.
Normalmente, come indicato, il tasso di separazione di questi uccelli marini si attesta tra l'1 e il 3 percento ed è connesso alla nascita dei piccoli; se la coppia non è riproduttiva, infatti, i partner possono separarsi in cerca di miglior fortuna. Ora in alcuni casi il tasso di separazione risulta triplicato e non è sempre associato ai pulcini. Si separano anche coppie affiatate che hanno dato vita a prole numerosa. Le acque marine sempre più calde a causa dell'immissione di anidride carbonica (CO2) e altri gas a effetto serra in atmosfera, infatti, determinano una riduzione nella disponibilità di pesce, rendono l'habitat più inospitale, fanno morire più pulcini, costringono gli adulti a viaggi in mare aperto sempre più lunghi ed estenuanti e fanno schizzare alle stelle gli ormoni dello stress. Tutto questo si riflette inevitabilmente anche sulla qualità e sulla stabilità delle relazioni, che finiscono per rompersi con maggiore facilità.
Il professor Ventura e i colleghi hanno proposto due distinte teorie su come il riscaldamento globale stia aumentando il tasso di separazione degli albatri. La prima è legata alla scarsità di pesce a causa dell'acqua calda: gli uccelli, infatti, per pescare sono costretti a fare viaggi molto più lunghi e non sempre riescono a tornano in tempo ai siti di nidificazione; i partner in attesa potrebbero decidere di accoppiarsi con altri se questo intervallo di tempo diventa troppo lungo. La seconda teoria è lo stress scaturito dal vivere in un ambiente più caldo e dunque ostile, in cui le riproduzioni hanno meno successo e la fame è maggiore per la mancanza di pesce. Uno dei due partner potrebbe "incolpare l'altro" di questo stress dovuto ai cambiamenti climatici e ciò determina la rottura del rapporto. Come specificato dal professor Ventura, gli albatri separati generalmente tendono a cercare un nuovo partner.
Le attuali popolazioni di questi uccelli marini sono in seria sofferenza e si calcola che le coppie riproduttive siano la metà di quelle degli anni '80. Il pianeta è destinato a scaldarsi ulteriormente e se non riusciremo a contenere l'aumento della temperatura oltre la fatidica soglia di 1,5° C rispetto all'epoca preindustriale rischiamo una vera e propria catastrofe ecologica, con una perdita significativa della biodiversità. I dettagli della ricerca “Environmental variability directly affects the prevalence of divorce in monogamous albatrosses” sono stati pubblicati sulla prestigiosa rivista scientifica Proceedings of the Royal Society B.