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Addio al raffreddore, cura sperimentale potrebbe sconfiggerlo per sempre: come funziona

Un team di ricerca americano composto da scienziati delle università di Stanford e della California ha scoperto che disattivando un gene – chiamato SETD3 – si impedisce la replicazione di enterovirus e rhinovirus responsabili del raffreddore e di altre malattie. In cellule umane in coltura e topi privi del gene le infezioni non si sono manifestate. Ci vorrà comunque del tempo prima di una cura per l’uomo.
A cura di Andrea Centini
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Credit: Mojpe
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Un trattamento sperimentale potrebbe “cancellare” per sempre il raffreddore, rendendoci immuni alla più diffusa delle malattie. A provocarla sono infatti circa 200 virus, la stragrande maggioranza dei quali (160) appartenenti al genere dei rhinovirus; a causa del grande numero e della facilità con cui mutano, è praticamente impossibile proteggersi dalle infezioni col sistema immunitario: per il raffreddore non esiste inoltre una cura, dunque ci limitiamo a contenerne la sintomatologia. Fortunatamente le cose potrebbero cambiare grazie al lavoro di un team di ricerca americano, composto da scienziati della Scuola di Medicina dell'Università di Stanford e di vari dipartimenti dell'Università della California di San Francisco.

Gli scienziati, coordinati dal professor Jan E. Carette, docente presso il Dipartimento di Microbiologia e Immunologia dell'ateneo di Stanford, attraverso l'editing genetico con la tecnica CRISPR sono riusciti a individuare un gene che codifica per una proteina (un enzima) grazie alla quale i rhinovirus e gli enterovirus (dei quali i primi fanno parte) possono replicarsi all'interno delle cellule. In parole semplici, senza questo gene chiamato SETD3 i virus del raffreddore – ma anche quelli di altre malattie – non riescono replicarsi e dunque non ci si può ammalare. Per identificarlo Carette e colleghi hanno modificato geneticamente numerose cellule disabilitando vari geni e infettandole con rhinovirus ed enterovirus, fino a quando non hanno trovato quello che, una volta “spento”, impediva la diffusione della malattia.

Dopo aver individuato il gene SETD3 hanno creato topi geneticamente modificati privi di quest'ultimo, osservando che crescevano in perfetta salute ed erano fertili. Il gene non sarebbe dunque fondamentale per la sopravvivenza. Iniettando due enterovirus letali in questi topi OGM l'infezione non si manifestava, nemmeno se i virus venivano inseriti direttamente nel cervello. Anche le cellule umane in coltura con il gene disattivato non permettevano la replicazione dei virus che i ricercatori hanno testato. Poiché ancora non si capisce bene come la proteina legata al gene SETD3 favorisca la replicazione dei virus, gli scienziati non escludono che sia possibile bloccare il raffreddore anche senza la necessità di alterare il codice genetico. Nonostante i risultati promettenti, prima di arrivare alla sperimentazione clinica (test sull'uomo) e a una cura vera e propria dovrà comunque passare ancora molto tempo. I dettagli della ricerca sono stati pubblicati sull'autorevole rivista scientifica specializzata Nature Microbiology.

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