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Addio al fastidioso “gesso” dopo una frattura: startup crea rivoluzionario bracciale in resina

La startup americana Cast21 ha sviluppato un innovativo dispositivo medico che punta a sostituire la tradizionale garza gessata, meglio conosciuta come “gesso”. Il supporto, simile a un bracciale, presenta molti vantaggi rispetto al metodo tradizionale, dalla comodità al fatto che permette la traspirazione della pelle. Ecco come funziona.
A cura di Andrea Centini
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Credit: Cast21
Credit: Cast21

Una giovane startup americana di Chicago ha sviluppato un rivoluzionario dispositivo per trattare le fratture, una sorta di bracciale riempito di resina con molteplici vantaggi rispetto al tradizionale “gesso” o garza gessata. La sua struttura a rete permette infatti la traspirazione della pelle, riducendo il rischio di infezioni, eliminando il cattivo odore che spesso si sprigiona dal gesso tradizionale e garantendo anche la possibilità di grattarsi, qualora dovesse emergere un fastidio sulla pelle. Il prurito non “trattabile” è infatti una delle esperienze più scomode per chi indossa il blocco di garza gessata. Il supporto in resina è inoltre più comodo e leggero, si prepara in soli 10 minuti, è impermeabile (permette di fare docce e nuotate) ed è disponibile in più “taglie”, per adulti e bambini. Infine, le resine applicate possono essere di colori diversi, eliminando il tipo aspetto clinico di un arto ingessato, e, ironizzano i suoi creatori, ha sufficiente spazio anche per le immancabili firme e i disegni.

A mettere a punto il nuovo dispositivo medico è stata Cast21, un'azienda fondata da tre giovani ingegneri e biomedici “freschi” di titolo di studio: Ashley Moy, Jason Tourtner e Justin Brooks. Ma come funziona esattamente questo bracciale? Semplicemente, la struttura di base a rete va posizionata attorno all'arto fratturato, come una sorta di manica. Da un'apposita bocchetta viene inserito un gel – una miscela brevettata di resine – che si adatta perfettamente alle caratteristiche anatomiche del paziente e si indurisce rapidamente, bloccando le ossa fratturate in posizione favorendone la guarigione in modo decisamente più comodo (e anche elegante) rispetto al classico gesso.

Al momento lo stanno sperimentando con profitto alcune strutture ospedaliere statunitensi, come il Regional One Health’s Elvis Presley Trauma Center. Una delle pazienti trattate, la signora Marijo Cox che si è fratturata il polso in seguito a un incidente stradale, ha dichiarato che il dispositivo "è stato favoloso". "Non era pesante o ingombrante, era leggero e traspirante", ha aggiunto la donna,  sottolineando che le permetteva di usare il computer, lavare il sudore dal braccio, fare le faccende, la doccia e altro ancora. Al momento il limite del dispositivo risiede nel fatto che è predisposto solo per particolari fratture del polso e dell'avambraccio, tuttavia i ricercatori di Cast21 stanno già sperimentando soluzioni analoghe per altre parti del corpo. La speranza è di non averne mai bisogno, ma in caso di frattura renderebbe sicuramente più sopportabile il periodo di convalescenza.

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