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Acqua trasformata in disinfettante ecologico e a basso costo con una nuova tecnica ideata dal MIT

Sfruttando acqua, aria e corrente elettrica gli scienziati del Dipartimento di Chimica del Massachusetts Institute of Technology (MIT) sono riusciti a ottenere acqua ossigenata, senza passare per i costosi e laboriosi procedimenti industriali. La tecnica potrebbe permettere la produzione del noto disinfettante anche in quelle aree remote dove non è facilmente accessibile.
A cura di Andrea Centini
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Credit: solut_rai
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Sviluppato in laboratorio un metodo rivoluzionario ed ecologico per trasformare l'acqua in acqua ossigenata, basato su aria ed elettricità. Poiché questo composto, noto anche come perossido di idrogeno, è un apprezzato disinfettante e sbiancante a costo contenuto, lo si trova facilmente in qualunque supermercato e farmacia. Ciò nonostante richiede un costoso (dal punto di vista energetico) e laborioso processo per essere prodotto, inoltre nella sua forma pura è particolarmente instabile e pericoloso. Ecco perché viene venduto in una forma fortemente diluita in una soluzione acquosa. Queste caratteristiche limitano molto la diffusione dell'acqua ossigenata in aree remote del pianeta, dove potrebbe essere estremamente utile sia per scopi industriali che come presidio igienico-sanitario.

Per queste ragioni un team di ricerca composto da cinque scienziati dell'autorevole Massachusetts Institute of Technology, meglio conosciuto con l'acronimo di MIT, ha messo sotto la lente di ingrandimento i processi produttivi standard dell'acqua ossigenata, cercando di capire dove potevano essere migliorati per rendere il prodotto realizzabile ovunque. I ricercatori, guidati dal professor Yogesh Surendranath, docente presso il Dipartimento di Chimica dell'ateneo di Cambridge, si sono concentrati sul cosiddetto “processo di antrachinone” sviluppato dalla società tedesca BASF. In parole semplici, attraverso questo metodo vengono ridotte le molecole di ossigeno con l'idrogeno ottenuto dal metano attraverso un catalizzatore. L'intera procedura, usata su scala industriale, richiede tantissima energia e si basa sui combustibili fossili. Altri metodi richiedono grandi quantità di acqua e l'uso di additivi tossici come piombo e mercurio per ottenere una piccola quantità di acqua ossigenata, il cui trasporto a concentrazioni superiori al 35 percento è estremamente pericoloso. Basti pensare che il disinfettante per uso domestico è 3 percento H2O2 (acqua ossigenata) e 97 percento acqua.

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Surendranath e colleghi hanno pensato che invece di ottenere l'idrogeno dal metano come nel processo di antrachinone standard si può sfruttare l'elettrolisi (che scompone le molecole d'acqua in idrogeno e ossigeno). Per farlo è sufficiente utilizzare la corrente elettrica attraverso un paio di elettrodi, ottenuta anche da celle solari o da un mulino a vento. Facendo reagire l'idrogeno così ottenuto con una molecola di antrachinone in una specifica camera di reazione si può ottenere rapidamente l'acqua ossigenata, senza spreco di risorse e consumi enormi. Sulla base di questa tecnica potrebbero essere costruiti impianti portatili in grado di purificare pozzi d'acqua da batteri e altri agenti patogeni, oppure ottenere il disinfettante che utilizziamo normalmente per le piccole ferite cutanee. Sarebbe una svolta per molte zone rurali del pianeta, nelle quali non si ha facile accesso ad acqua potabile e comuni disinfettanti. Al momento si tratta di una tecnologia sperimentale e ci vorrà ancora del tempo per sviluppare un dispositivo efficiente e commerciale. I dettagli della ricerca sono stati pubblicati sulla rivista scientifica specializzata Joule.

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