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Acqua potabile, creato test rapido ed economico che rivela la contaminazione da batteri

Composto da una striscia di carta rosa, una volta immerso in acqua il DipTest diventa rosso in presenza di Escherichia coli. È molto più veloce ed economico dei test standard.
A cura di Andrea Centini
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Un team di ricerca dell'Università di Waterloo, Canada, ha messo a punto un test rapido e soprattutto economico per verificare la contaminazione dell'acqua da parte del batterio Escherichia coli. Quest'ultimo, normalmente presente nel nostro intestino per favorire i processi digestivi, quando ingerito può essere responsabile di gastroenteriti più o meno serie, patologie di vario genere e portare persino alla morte. Proprio in Canada, nell'Ontario, nel 2000 ci fu un'epidemia letale legata a questo batterio.

Se nei paesi sviluppati i rischi di contaminazione sono comunque limitati grazie ai numerosi controlli sulle acque correnti, lo stesso non si può dire per quelli in via di sviluppo, in particolar modo nelle aree rurali, dove un freno è rappresentato anche dai costi. Un test standard in grado di rilevare Escherichia coli costa infatti attorno ai 70 dollari, senza contare che impiega anche alcuni giorni prima di dare un responso definitivo. Un tempo troppo lungo in aree dove l'acqua spesso è un vero e proprio bene di lusso.

Gli studiosi canadesi, coordinati dal professor Sushanta Mitra, direttore del Waterloo Institute for Nanotechnology e fondatore della startup Glacierclean Technologies Inc., proprio per supportare i paesi con maggiori difficoltà economiche hanno messo a punto il DipTest, una striscia di carta porosa dal costo di appena 50 centesimi che riesce a intercettare la presenza del batterio in brevissimo tempo.

Composta da vari materiali, la striscia rilascia una sostanza zuccherina che una volta immersa in acqua attrae gli Escherichia coli eventualmente presenti. Nella parte superiore è trattata con agenti chimici che reagiscono alla presenza dei batteri e fanno virare da rosa a rosso il colore della carta in caso di contatto positivo. Se la contaminazione è elevata, il viraggio avviene soltanto in mezz'ora, mentre con scarsa contaminazione richiede al massimo tre ore. Mitra e colleghi sono al lavoro per ridurre ulteriormente queste tempistiche, ma i risultati e soprattutto i costi sono già infinitamente più vantaggiosi rispetto alle procedure standard. I dettagli della ricerca sono stati pubblicati sulla rivista scientifica PloS ONE.

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