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La Cina potrebbe schierare un “esercito” di 100mila anatre contro l’invasione di locuste

Fino a 200 miliardi di locuste del deserto stanno distruggendo i raccolti e la vegetazione in diversi Paesi dell’Africa orientale e dell’Asia. Per scongiurare l’invasione dei voraci insetti, la Cina potrebbe inviare un “esercito” di 100mila anatre nel vicino Pakistan, già investito dalla piaga degli insetti. Ogni giorno, infatti, un’anatra può mangiare 200 locuste. Ma l’invio dei volatili non è certo a causa delle condizioni climatiche.
A cura di Andrea Centini
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Per scongiurare una catastrofica invasione di voraci locuste, la Cina starebbe pensando di schierare un “esercito” di 100mila anatre nel confinante Pakistan, al fine di ridurre il soverchiante numero di insetti che potrebbe invadere il Dragone. Si parla di miliardi di esemplari, in grado di scatenare una catastrofe alimentare e danni economici ingentissimi. In base a quanto dichiarato a Bloomberg dal professor Lu Lizhi, ricercatore presso l'Accademia delle Scienze Agrarie di Zhejiang e a capo del progetto di collaborazione tra Cina e Pakistan, le anatre sono considerate delle vere e proprie "armi biologiche" contro le locuste, dato che possono divorare fino a 200 esemplari al giorno. Le galline soltanto 70 e hanno un comportamento meno gregario e controllabile, per questa ragione le anatre rappresentano una scelta privilegiata contro questi insetti. Come indicato dalla BBC, un “esercito” di 30mila anatre fu trasferito dalla provincia dello Zhejiang a quella dello Xinjiang per fronteggiare un'infestazione di locuste nel 2000, e in altre occasioni sono stati utilizzati anche gruppi meno cospicui.

Benché le gesta delle “eroiche” anatre abbiano già fatto breccia nel cuore degli internauti cinesi, che stanno sostenendo l'esercito pennuto con slogan e meme divertenti su Weibo, il Twitter locale, in realtà non è sicuro che verranno schierate. Al momento si tratta soltanto di una delle ipotesi al vaglio degli esperti. A frenare gli entusiasmi c'è il professor Zhang Long della China Agriculture University, anch'egli impegnato a collaborare con i colleghi pakistani per arginare la minaccia delle locuste (la Cina confina col Paese asiatico e il rischio è che gli insetti possano invadere anche il Dragone). “Le anatre dipendono dall'acqua, ma nelle aree desertiche del Pakistan la temperatura è molto elevata", ha dichiarato il professor Long, quindi c'è il rischio che possa messa essere a repentaglio la salute degli uccelli. Il metodo è dunque esplorativo e “non è ancora entrato nel programma di assistenza del governo”, ha specificato l'esperto. Non è escluso che la Cina possa utilizzare le anatre qualora non si riuscisse ad arginare le locuste con i metodi più tradizionali.

Ad oggi si stima che fino a 200 miliardi di locuste del deserto (Schistocerca gregaria) stanno distruggendo raccolti e vegetazione in diversi Paesi dell'Africa orientale (in particolar modo quelli del Corno d'Africa) e nell'Asia meridionale, come Pakistan e India. Si tratta di una vera e propria emergenza su vastissima scala, poiché questi insetti, piaga di biblica memoria, sono in grado di divorare 1,8 milioni di tonnellate di vegetazione al giorno in un'area di 350 chilometri quadrati. In altri termini, possono determinare una gravissima crisi alimentare in luoghi già duramente colpiti da fame e siccità, per questo la FAO – l'Organizzazione delle Nazioni Unite per l'alimentazione e l'agricoltura – in collaborazione con i governi locali si sta adoperando per contrastare l'invasione. I numeri delle locuste, infatti, qualora dovessero trovare le condizioni ideali, potrebbero aumentare di 500 volte, determinando un'inevitabile catastrofe.

Secondo gli esperti gli enormi e anomali sciami di locuste sono originati a causa delle intense piogge che hanno colpito diverse regioni dell'Asia negli ultimi due anni, fenomeni catalizzati da una fase estrema del cosiddetto Dipolo dell'Oceano Indiano (IOD), un'oscillazione termica dell'Oceano Pacifico che si è esacerbata a causa dell'impatto del riscaldamento globale catalizzato dai cambiamenti climatici. Sciami così grandi non si vedevano da decenni in molti dei Paesi coinvolti.

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