660 milioni di volte il Sole: il buco nero misurato da ALMA

In direzione della costellazione australe dell'Eridano, a 73 milioni di anni luce da noi, nel cuore della galassia NGC 1332, c'è un buco nero che, grazie alla potente tecnologia offerta dall'Atacama Large Millimeter/submillimeter Array (ALMA) dell'ESO del quale è stata calcolata la massa con una precisione senza precedenti; il risultato è opera di un gruppo di astronomi guidati dal professor Aaron Barth dell'università della California presso Irvine e i dettagli del lavoro sono stati illustrati da un articolo pubblicato da Astrophysical Journal Letters.
660 milioni di Soli
Un gigante dalla massa pari a 660 milioni di volte quella solare, l'equivalente di 150 volte Sagittarius A*, il buco nero collocato al centro della nostra galassia, la Via Lattea. Gli astronomi sono riusciti ad immergersi nel cuore della galassia ellittica che lo ospita al fine di studiare i movimenti del disco di gas freddi interstellari che circondano il centro dell'oggetto. Grazie a queste osservazioni hanno ottenuto la più accurata stima delle dimensioni di un buco nero esterno alla nostra Galassia: un risultato importantissimo per cercare di comprendere quali sono le proporzioni di questi colossi cosmici.
Cosa c'è attorno a un buco nero?
Per i telescopi spaziali, così come per quelli che si trovano sulla Terra, la misura dei buchi neri è un'operazione piuttosto complessa: ALMA, però, riesce ad avvicinarsi maggiormente all'obiettivo grazie alla sua capacità di rilevare i dischi di gas freddo in una scala anche relativamente ridotta. In questo modo è possibile distinguere l'influenza del buco nero sulla velocità di rotazione del disco che lo circonda che, nel caso specifico, è di 500 chilometri al secondo: da questi dati, gli scienziati hanno potuto ricavare una stima più esatta delle dimensioni dell'oggetto. Si pensi, per avere un'idea di quanto sia rivoluzionaria la tecnologia fornita da ALMA, che i precedenti studi condotti su NGC1332 con telescopi terrestri e spaziali avevano restituito stime che andavano dai 500 milioni al miliardo e mezzo di volte la massa solare.

ALMA guarda verso il cosmo
Varie sono le tecniche a cui ricorrono gli astronomi per misurare la massa dei buchi neri ma tutte ricorrono all'osservazione di oggetti che si trovino il più possibile al grande "mostro": ora, se all'interno della nostra Galassia è possibile effettuare rilevazioni del genere, più ci si allontana e più diventa difficile, complicando così la comprensione delle dimensioni dell'Universo. Ma le caratteristiche di ALMA sono state pensate anche per ovviare a questo problema e per consentirci di avere una mappa sempre più chiara dell'Universo.