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4 novembre: la giornata dell'unità nazionale e delle Forze Armate

Il 4 novembre è il giorno dell’Unità nazionale e festa delle Forze Armate: ripercorriamo la storia che ha portato alla celebrazione di questa importante data della nostra tradizione.
A cura di Susanna Picone
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4 novembre: la giornata dell'unità nazionale e delle Forze Armate

Oggi, 4 novembre, si celebra nel nostro Paese la festa dedicata alle Forze Armate e all’unità nazionale. Ricorrenza istituita nel ricordo del 4 novembre 1918, data che ha determinato la fine per l’Italia del primo, sanguinoso, conflitto mondiale; un evento che ha segnato in maniera profonda l’inizio del secolo scorso e che, dalla fine della guerra, ha subito profondi mutamenti politici e sociali.

Il ricordo della Grande Guerra

celebrazioni 4 novembre

La Grande Guerra, ricordata come una guerra di trincea, portò sui campi di combattimento oltre 65 milioni di militari di cui, poco meno di 10 milioni non hanno fatto mai più ritorno nei loro Paesi.

Una guerra che ha segnato anche il crollo degli imperi che avevano caratterizzato la storia dell’Europa e la conseguente nascita delle nazioni con l’ingresso del mondo nell’età contemporanea: l'età dall’avvento delle tecnologie, della grande produzione industriale, dei movimenti di massa, delle ideologie e delle dittature.

Dalla sua istituzione ufficiale fino al 1977, il 4 novembre è stato celebrato come un giorno festivo a tutti gli effetti: dall’età liberale, al fascismo, all’età repubblicana, la commemorazione della firma dell’armistizio era segnata in rosso sul calendario.

Poi, dopo una riforma delle festività nazionali, si è iniziati a celebrare la ricorrenza la prima domenica del mese di novembre e, da quel momento, la festa ha perso in parte il suo valore per poi ritrovarlo, in tempi più recenti, soprattutto grazie al presidente Carlo Azeglio Ciampi che, nel corso del suo mandato, ha rinnovato l’attenzione per le festività dedicate alla nostra storia.

Il senso della festa consiste nella voglia di ricordare tutti coloro, soprattutto i giovani caduti, che hanno sacrificato la loro vita per l’ideale della Patria e per questo il loro ricordo, simbolo di valori immutati nel tempo, deve essere mantenuto vivo attraverso la continua celebrazione, anche nei militari di oggi che, appunto, hanno deciso di far coincidere la loro festa delle Forze Armate proprio con questo avvenimento.

Le celebrazioni del 4 novembre nel corso della storia italiana

corona alloro milite ignoto

Nonostante oggi il 4 novembre sia diventato un normale giorno lavorativo si continuano a mantenere le tradizioni relative alla celebrazione di questo avvenimento: è abitudine del nostro Paese, in primis del capo dello Stato e delle più alte cariche, rendere omaggio al Milite Ignoto deponendo una corona d’alloro presso l’Altare della Patria a Roma, così come nelle singole città ci si raduna di fronte ai monumenti dei caduti italiani della guerre mondiali.

Dall’età repubblicana è nata la pratica di organizzare nelle piazze italiane concerti tenuti da bande militari ai quali, per una collaborazione tra il Ministero della Difesa e quello dell’Istruzione, partecipavano soprattutto le scuole.

“Simboli” della celebrazione sono anche il Sacrario militare di Redipuglia, uno dei più grandi sacrari al mondo dove sono custodite le anime di 100.000 caduti nella guerra del '15-'18 e la località di Vittorio Veneto, dove si svolse, fra il 24 ottobre e il 3 novembre 1918, l’ultimo atto della guerra fra l’Esercito Italiano e l’esercito austro-ungarico.

frecce tricolori forze armate

Le Forze Armate, in età repubblicana, hanno invece spesso celebrato la festa acconsentendo a lasciare le caserme aperte al pubblico e permettere, in questo modo, un incontro tra i militari e i civili al fine di conoscere qualcosa in più della loro storia e del nostro Paese così come spesso sono state esposti i “ricordi” della Grande Guerra, proprio all’interno delle caserme. Addirittura nel corso di alcuni anni sono state promosse delle iniziative delle Forze Armate che ospitavano, il 4 novembre, nelle loro case i giovani di leva.

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