26 balene pilota massacrate a coltellate e uncinate alle Faroe nella nuova ‘spiaggia della morte’
Alle isole Faroe è stata inaugurata una nuova ‘spiaggia della morte', quella della piccola isola di Borðoyavík, dove sabato 30 giugno sono stati massacrati 26 globicefali (Globicephala melas), cetacei noti anche col nome comune di balene pilota. Ad annunciarlo l'organizzazione Sea Shepherd, che da tempo ha avviato una campagna di sensibilizzazione – chiamata Operation Bloody Fjords – contro la famigerata grindadrap, la caccia tradizionale ai cetacei che ogni anno si compie in questo piccolo arcipelago dell'Oceano Atlantico settentrionale.
Il branco di cetacei, tecnicamente chiamato pod, è stato avvistato dalla riva di Sunnanfjörður, sull'isola di Árnafjordur, dando così il via alle operazioni di caccia. I faroesi (o feringi) si sono lanciati in mare a bordo di imbarcazioni a motore per inseguire i cetacei, e dopo averli circondati li hanno spaventati a morte, spingendoli fin sulla spiaggia dove ad attenderli c'era una folla inferocita armata di coltelli, arpioni e altri strumenti con cui hanno consumato l'ennesima mattanza. È la quarta dall'inizio del 2018, e fino ad oggi sono stati massacrati almeno 186 mammiferi marini, come comunicato dall'organizzazione Blue Planet Society, anch'essa in prima linea contro questa barbara tradizione.
I faroesi non volevano spingere i cetacei verso Borðoyavík, ma a causa dell'oscurità e del numero esiguo di barche hanno optato per ‘inaugurare' il nuovo e più vicino lembo di spiaggia, che come da tradizione si è trasformato rapidamente in un lago di sangue. Hanno impiegato dieci minuti in tutto per uccidere tutti gli sfortunati globicefali. I mammiferi hanno vissuto momenti di puro e agghiacciante terrore, mentre in attesa del proprio ‘turno' osservavano i compagni massacrati con tanta crudeltà. Questa specie, del resto, è estremamente sociale, e gli esemplari soffrono la separazione dal branco. A rendere ancor più drammatica la nuova mattanza, l'uccisione di diverse femmine in gravidanza, dalle quali sono stati estratti i feti.
Come mostrano le immagini diffuse da Blue Planet Society riprese dal sito nordportal, i faroesi si sono serviti dei famigerati blasturkrokur, bastoni che terminano con un uncino. Questo strumento viene infilato nello sfiatatoio per trascinare e immobilizzare i cetacei; in questo modo gli uomini possono recidergli il midollo spinale con un coltello. È una morte orrenda che talvolta sopraggiunge dopo minuti di lenta e insopportabile agonia.
Benché si tratti di un protettorato della Danimarca, le Faroe non fanno parte dell'Unione Europea, dunque non sottostanno alle rigide leggi che impediscono qualunque tipo di attività di caccia ai cetacei. Il supporto logistico e militare offerto dalla Danimarca è la leva che stanno usando diverse organizzazioni per provare a bloccare la grindadrap dal punto di vista legale, ma al momento non ci sono ancora risultati significativi. Ci si interroga sui motivi che spingono questo popolo a una simile atrocità, considerando che ormai alle Faroe arriva tutto l'occorrente grazie all'importazione e il reddito medio è di ben 50mila dollari.
[Credit: myndaportal.fo/Blue Planet Society]